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Dannata Francia
La piccola città di Verrières può passare per una delle più graziose della Franca Contea. Le sue case bianche, dai tetti aguzzi di tegole rosse, si stendono sul pendio di una collina, le cui minime sinuosità son poste in evidenza da macchie di robusti castagni. Qualche centinaio di piedi sotto le sue fortificazioni, costruite un tempo dagliSpagnoli ed ora in rovina, scorre il Doubs.
Immediatamente in apertura al romanzo IL ROSSO E IL NERO, Stendhal introduce il lettore nella bucolica atmosfera cittadina di provincia in cui inizia il proprio viaggio il giovane Julien Sorel deciso a ottenere, costi quel che costi, una “certa” posizione all'interno della ipocrita, meschina, caotica e affascinante società francese della Restaurazione post rivoluzionaria.
Da poco conclusasi la Rivoluzione di Luglio del 1830, la Francia si trova in effetti a gestire aspre contese tra gruppi religiosi (gesuiti contro giansenisti), classi sociali (borghesi contro nobili) e istituzioni statali (Parigi contro le province dl territorio francese); il tutto accompagnato appunto da una buona dose di soggettivismo e ipocrisia in grado di elevare i personaggi verso il proprio scopo ultimo facendo ricorso a qualsiasi tipologia di stratagemma pur di giungere al tanto agognato fine.
Accompagnato da una bucolica cornice naturalistica, Julien è costretto dal padre a intraprendere la carriera di curato (ecco dunque probabilmente il “nero” della tunica clericale) per tentare quell'ascesa sociale, tanto bramata, verso una condizione di gloria, ricchezza e grandiosità di spirito che aveva caratterizzato l'amato, e utilizzo questo termine non a caso, Napoleone Bonaparte (ecco dunque il “rosso” del milite). Da prima Julien accetterà dunque di vestire e panni di precettore presso la borghese famiglia Rênal ancora nella provinciale cittadina di Vèrrieres, per poi spostarsi a Besançon e giungere infine nella grande Parigi in qualità di segretario presso il Marchese de La Mole.
Durante le tribolate peripezie, il giovane e romantico Julien dovrà fare i conti con un continuo confronto fra mente e cuore che dovranno tentare di guidarlo verso la tanto sperata ascesa sociale ma il destino a volte sa essere molto crudele...
La vita d'un uomo era un seguito di pericoli. Ora la civiltà ha cacciato il pericolo, non c'è più imprevisto. Se dell'imprevisto appare nei pensieri, non si hanno abbastanza epigrammi contro di esso; se appare negli avvenimenti, nessuna vigliaccheria è più bassa della nostra paura. Qualunque follia la paura ci faccia commettere, è scusata. Secolo degenerato e noioso!
Indicazioni utili
Consiglio: munitevi ugualmente di MOLTA pazienza! Stiamo comunque parlando di un classico della letteratura francese di gusto squisitamente, quanto "pesantemente", romantico!