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L'allegra banda del maligno
Immaginate cosa potrebbe accadere se, un giorno come un altro, il diavolo in persona si aggirasse per le strade di Mosca? In questa particolare e discussa opera, Bulgakov mette in scena questo curioso scenario e i risultati sono quanto mai variegati e accentuati dalla controversa società sovietica atea.
Devo dire che questa opera di Bulgakov è unica, nel bene e nel male, ed è difficile dire se esista qualcosa di realmente simile. Almeno io, non ho ancora letto nulla che gli somigli.
Quando il diavolo fa la sua apparizione nella capitale russa, porta con sé lo scompiglio, seminando stupore dalle prime pagine. La sua presenza soprannaturale è un qualcosa che i russi non sono per niente abituati ad accettare. Così, quando questo eccentrico signore si siede accanto a due letterati russi e si intromette nei loro discorsi riguardo all'esistenza di Dio, è chiaro che in lui c'è qualcosa di strano. Quando poi afferma di essere stato presente nel momento in cui il procuratore Ponzio Pilato prese la sua decisione riguardo la più famosa condanna a morte della Storia, i due letterati si convincono di avere a che fare con un pazzo.
Mai supposizione fu più errata, purtroppo.
Ci troveremo di fronte alle scorribande del diavolo, altrimenti detto Woland, accompagnato dalla sua "allegra" combriccola: l'enorme gatto nero parlante Behemoth, uno strano figuro di nome Korov'ev, il sicario Azazello e vari altri personaggi curiosi. Nella controversa società russa, troveranno terreno fertile per le loro malefatte, come uno spettacolo di magia nel teatro di Mosca, conclusosi in maniera tragicomica.
Woland è un personaggio a tratti spietato a tratti bonario, che metterà spietatamente in evidenza le contraddizioni della società russa. Eppure, è come se fosse quello che è non solo per malvagità, ma anche perché in fondo quella è la sua mansione.
Il Maestro e Margherita non sono che due dei tanti personaggi che popolano le pagine di questo libro, ai quali viene data attenzione maggiore per dare risalto all'unico sentimento indistruttibile ed eterno, al quale anche il diavolo deve inchinarsi: l'amore. La loro unione, travagliata e difficile ma indistruttibile, è in grado di addolcire anche l'essere più malvagio dell'universo.
Ne "Il maestro e Margherita" il bene e il male si contrappongono, ma in certi tratti si fondono, coesistono, e arriva un momento nel quale quasi ci si convince del fatto che non può esistere l'uno senza l'altro.
"Hai pronunciato le tue parole come se tu non riconoscessi l'esistenza delle ombre, e neppure del male. Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo bene, se non esistesse il male? E come apparirebbe la Terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose. Ecco l'ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c'è di vivo per il tuo capriccio di goderti la luce nuda? Sei sciocco."