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Arte e vita, amore e tradimento, quale destino?
Può un ideale d' amore, una certezza insondabile, la fede nell' amicizia, una poesia del cuore, una semplice teoria estetica, appartenere al reale, o trattasi di pura invenzione, sogno, utopia, finzione letteraria, e dobbiamo arrenderci all' evidenza, ad una quotidianita' di certezze ripetute, alla freddezza di un sentimento sopito, in altre parole, al quieto vivere?
Aleksandr Aduev e' un giovane sognatore, ha sempre vissuto in campagna, ignaro dei piaceri e delle bellezze della vita, amato e viziato dalla adorata madre, fino a quando, ventenne, decide di partire alla volta di Pietroburgo, alla ricerca di una professione, di esperienze, forse di una moglie, e della maturità.
È un animo inquieto, aspirante poeta, intelligente, colto, ma privo di ingegno e talento, innamorato dell' idea dell' amore, sognatore, incline ad accogliere gioie, amicizie, avventure.
E' un cuore generoso, un teorico dell' essere, un esteta che si contrappone a qualsiasi bieco arrivismo e finalistica dissertazione.
Sara' ospite dello zio Pjotr, figura a lui antitetica, uomo d' affari che vive dell' empirismo del quotidiano, della solidità del guadagno, lontano ed allergico a qualsiasi manifestazione affettiva e teorica dissertazione di amore eterno, pensieri che allontana e rifugge, così estranei al proprio modus vivendi.
Al suo fianco la giovane e bellissima moglie Lizaveta, immagine diafana vestita di algida trascendenza, profonda conoscitrice delle inclinazioni umane, amica e confidente di Aleksandr che cercherà' di indirizzare ed assecondare nella ricerca di se' e di un senso dell' esistenza.
Il nostro vivra' di tensione psico-emotiva , in bilico tra essere ed apparire, sogno e realtà', arte e vita, amore e morte, in un tormento estetico di ardua risoluzione, in un vortice dell' animo che si addentra in percorsi labirintici per elevarsi a vette inimmaginabili o sprofondare in abissi insondabili.
Il suo esperire risente di una fanciullesca inclinazione all' assoluto, privo di quell' equilibrio psico-emotivo che solo l' esperienza e la maturità possono dare.
Al contrario Pjotr possiede la saggezza dell' esperienza, ha navigato nel mare della vita, mantenendosi in quel giusto mezzo che guida gioie e dolori, senza essere travolto dagli accadimenti.
Lizaveta, equilibrata ed empatica, fluttua tra i due personaggi, chiedendosi quale sia il senso di un matrimonio e di una quotidianita' che non sente appartenerle in profondità.
Da rapporto a due la narrazione diventa un ménage a trois con una circolarita' di ruoli e sentimenti che è caratteristica del romanzo.
È una trama scarna, essenziale, e la storia è funzionale ai personaggi ed ai caratteri da essa espressi e rappresentati. Memorabili i fitti dialoghi tra zio e nipote, dispute teoriche sul senso dell' esistenza che spesso sfociano in un nulla di fatto, intrise di sano umorismo e di quella commedia umana che è il marchio di fabbrica dell' autore.
Goncarov è un maestro nel delineare, attraverso i personaggi, il senso di un' esistenza, e tutti quei temi, amore, odio, realta', immaginario, gioia, speranza, dolore, costruiscono e costituiscono la completezza della storia.
Le sue opere vivono di teoriche dissertazioni, hanno un linguaggio essenziale, scarno, semplice, contrapposto alla complessita' ed al vortice di sentimenti dei protagonisti.
Aleksandr vivra' di alti e bassi, di partenze e ritorni, negherà se stesso per riappropriarsi di una identità perduta, vittima e carnefice di speranze disilluse, si avvicinerà a Pyotr per rifuggirne inorridito, accetterà una situazione di fatto dettata dall' esperienza e dalla maturità e quell' abbraccio consolatorio ed affettivo avrà un duplice significato, il raggiungimento di un senso o semplicemente l' arrendevolezza di una accettazione.
" Una storia comune " ( 1847 ) è la prima opera di Goncarov, inizialmente invisa in patria e con scarso successo per i temi trattati e la poca rilevanza data agli accadimenti socio-politici dell' epoca, virando su tematiche prettamente filosofico-relazionali-estetiche.
È un romanzo che eccede in retorica affabulatoria, in teorie estetiche che a tratti sconfinano nella prolissita' e ripetitivita', ma è apprezzabile per poetica, stile, vivacita'.
La narrazione ricorda Puskin e Gogol, ed anticiperà la commedia umana e quella caratterizzazione estrema magnificamente rappresentata in Oblomov e nell' oblomovismo, ovvero in una esistenza che nulla aveva da chiedere e nulla da dare, in una quiete e tranquillita' dell' animo che navigava in una noia protratta, ed in un destino segnato da una ineluttabile impassibilità.
Sono questi i temi e le peculiarità' che fanno di Goncarov un autore degno di nota e da inserire a ragione tra i grandi della letteratura russa.
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