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Nella porzione istantanea di vita
La signora Dalloway è uscita presto stamattina e ha portato con sé tutta la sua vita: una cinquantina d’anni. C’è con lei al risveglio il paesaggio della giovinezza e con esso si accompagna il ricordo di Peter: non erano fatti l’uno per l’altra.
La signora Dalloway fra le strade di Londra incrocia altre esistenze, esse in realtà già la circondano benché lei non le percepisca. Lei è partecipe solo della sua interiorità: un suono, un gesto, un innocuo elemento visivo riescono a innescare il ricordo. Il presente, il suo affaccendarsi per la buona riuscita del ricevimento in programma per la sera, non sono un diversivo sufficiente.
Peter torna ed è sua la scena, in un gioco di scatole cinesi scopriamo ora i suoi pensieri, sempre con la tecnica del flusso di coscienza. Seguono poi altri personaggi e con essi emerge la rappresentazione sociologica della vita londinese, delle sue classi sociali, della differenza tra i primi e gli ultimi. Ai margini spicca la figura di Septimus, è un reduce della prima guerra mondiale ma soffre di importanti turbe ed è sposato con Lucrezia che tenta di avviarlo alla terapia psicologica. Si apre un’altra scatolina e si entra nella porzione istantanea di vita di un altro personaggio e nei suoi pensieri. Entriamo via via nel mondo interiore di vari personaggi che assurgono, momentaneamente al ruolo di protagonista. Tutti poi convergono, dopo pagine magistrali che restituiscono il pensiero distorto, malato, allucinato di Septimus e con lui stiamo fino al gesto estremo la cui eco si insinua nella festa di casa Dalloway. Clarissa ne è raggiunta, colpita, disturbata, eppure quel suicidio non è tanto alieno dal suo sentire, dal suo essere. È un elemento disturbante, è presente, giace sepolto tra gli starti di esteriorità, di vivacità, di apparenza, è elemento da convertire per non essere travolta. È il sentire della vita: la giovinezza trascorsa e oggi ritrovata, fra i tanti estranei, nei suoi intimi amici Sally e Peter, è la sua maturità, è la sua accettazione dell’avvio alla vecchiaia. È una profonda inquietudine. La signora Dalloway congeda gli ospiti, suggella la sua vita, sprigiona ancora un fascino irresistibile.
Propedeutico al capolavoro “Gita al faro”, vive di un impressionismo lirico capace di sopperire ad un’assenza reale di eventi, ma in fondo cos'è la trama senza l’ordito?
Indicazioni utili
La strada di Swann
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A distanza di anni mi rimangono le emozioni provate nella lettura di "Gita al faro" : il suo fascino, la scansione del tempo, gli echi della memoria. Una scrittrice fra le più grandi. anche se non ho letto il testo recensito.