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CHI LA DURA LA VINCE
"Emma", ultimo romanzo pubblicato dell’autrice, appare nel 1815, nel momento cruciale in cui il novel settecentesco accoglie problematiche e contraddizioni tipiche del Romanticismo, agli inizi di quel diciannovesimo secolo che fu poi destinato a diventare il secolo del romanzo europeo.
Jane Austen sintetizza le problematiche e le contraddizioni di un’epoca e le assembla rendendole l’essenza stessa della protagonista Emma e del suo percorso di iniziazione alla vita. Ha infatti appena ventuno anni, è ricca, intelligente, anticonformista ma tremendamente schiacciata dal contesto sociale e storico che vive. Orfana di madre, abita con un padre estremamente preoccupato della sua salute e rappresentante assoluto dell’immobilità sociale e storica che l’appartenenza alla fortunata classe borghese gli concede. La sua figlia maggiore è ben maritata, la sua governante ha appena commesso il delitto di maritarsi felicemente e la giovane Emma, la sua figlia più piccola, è la destinata a sopportare gli umori paterni. Benché non sia mai rappresentata direttamente una insofferenza vera e propria verso questo ingrato destino, la rappresentazione della formazione sentimentale della giovane Emma offre a me questa chiave di lettura. Durante il corposo romanzo ci si annoia a morte andando in giro per campagne e case private in visite di cortesia e in ritrovi improbabili all’interno di una comunità chiusa che viene lacerata e ravvivata, per fortuna , dalla comparsa di nuove persone che alimentano le fantasie di una giovane provinciale. Convinta sostenitrice del nubilato di fortuna, quello reso sostenibile dall’agiatezza economica, la protagonista, grazie al maturo fratello del cognato, avrà modo di comprendere che i matrimoni non si combinano più e che le donne sono perfettamente in grado di seguire le ragioni del cuore, lei compresa che convolerà a giuste e sobrie nozze. Una punta di rammarico però pervade il lieto fine che sigla appunto anche il tramonto delle fantasie, oggi si direbbero adolescenziali, per lasciare spazio ad un giusto equilibrio di ragione e sentimento.
Consiglio la lettura a chi ama la scrittura della Austen, a chi è interessato all’epoca storica e letteraria, a chi è curioso; io l’ho letto per curiosità, ne sono felice ma mi è costato una fatica tremenda: mi ha profondamente tediato.
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Commenti
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per me è il primo...che delusione. Leggerò sicuramente i più conosciuti anche se temo di non saperla apprezzare. Ti dirò che il carattere di Emma è una delle poche cose gradevoli che vi ho trovato, la staticità del romanzo invece mi ha distrutta. Non riuscivo a terminarlo.
Ciao!
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Fede