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Padri e figli
 
Padri e figli 2016-04-06 06:09:11 68
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68 Opinione inserita da 68    06 Aprile, 2016
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Nichilismo o amore romantico?

C' e' una sensazione nitida, chiara, fluente, un' emozione che si fa immagine e sprigiona un amore profondo, struggente, banalizzando qualsiasi credo secolare, tradizione immutabile o rigida posizione ideologica pregressa.
È' un fotogramma di due anziani genitori, stanchi, soli, deboli, affranti, che si sorreggono, a fatica, l' un l' altro, pieni di considerazione e di affetto per un figlio adorato che ricoprono del proprio amore, scambiandosi qualche parola, con gesti semplici, di fronte all' indifferenza della natura circostante e del tempo.
Lo osservano, lo scrutano, lo accettano, nessuna domanda, sono teneramente ed ossequiosamente orgogliosi di lui, oltre ogni sua strana ideologia, partenza improvvisa, assenza, lo sommergono di un amore inspiegabile e disinteressato, l' amore genitoriale.
Il suo nome è' Evgenij Bazarov ed è' un nichilista. Il nulla è' la sua essenza, riconosciuto ed espresso, suo pregio e condanna.
È' un uomo freddo, irascibile, un cuore ribelle, colpevole, nega qualsiasi principio, non crede nel passato, nella tradizione e cultura del proprio tempo affermando la grandezza del niente.
Vive di empirismo, di puro materialismo, è' un medico, sperimenta, si rivolge esclusivamente alla propria verità' e al concetto insito in questa dottrina.
Ha radici in un passato che considera lontano, si sposta di continuo, non sosta a lungo nello stesso luogo, giudica ogni evento con occhio critico, indagatore, avulso da ogni sentimentalismo o romanticismo.
Non crede nelle relazioni umane, nei sentimenti, nell' amore, nella poesia, nell' arte, nella filosofia.
Un eroe negativo, o, per contro, positivo, per l' amico Arkadij una guida, un mentore, un punto di approdo, dai più' odiato, da alcuni (pochi) amato, inseguito, desiderato, di certo non ignorato.
Attorno a Bazarov un' epoca ed un pezzo rilevante di storia russa, siamo alla metà' dell' '800, periodo di grandi cambiamenti politici- storico-sociali, in una nazione sconfinata in bilico tra passato e futuro, con un presente che vive di contrasti generazionali.
Da un lato i padri, la vecchia cultura nobiliare, aristocratica, slavofila, legata alle tradizioni ed al passato di cui Pavel Petrovic ( zio di Arkadij ) ne è' esponente precipuo, dall' altro i figli, quel movimento radicale, democratico, dei cosiddetti uomini " nuovi ", rivoluzionari, fortemente critici dei rapporti sociali, a rappresentare il contrasto idealismo- materialismo, alla vigilia dell' abolizione della servitù' della gleba.
Tematiche discusse ed irrisolte, tracciate con un realismo descrittivo che solo parzialmente cela rapporti famigliari, personali, temi ed elementi psicologici di figure così' diverse ed antitetiche, tratti caratteriali imperscrutabili, indagine dell' animo umano.
L' intreccio narrativo, una trama scarna, dialoghi fitti, svela per contro la complessità' di quel mondo e delle sue relazioni.
La schiettezza del vero si intreccia al presunto, addentrandosi in un universo dove qualsiasi verità' o idea si abbandona all' incertezza ed alla caducità'.
La pura narrazione soggiace alla ricchezza dei personaggi e delle relazioni, contrapponendo spirito-materia, sperimentazione-sentimento, empirismo-amore.
È' una lotta che segnerà' la vita di Bazarov in nome dei propri principi negativisti, sopraffatto da quel profondo sentire da lui stesso negato, sfuggito, allontanato.
Il ribaltamento dei ruoli, il nichilista che si fa romantico, soffre di pene d' amore, si nutre di amicizia, emozione, cordialità', ed è' respinto nel suo non essere più' se stesso, non può' che portare ad una sofferenza dell' esistere.
Il suo credo è' sconfitto, ma si palesa in quegli stessi personaggi che lo negavano, si pensi ad Anna Odincova che, nei propri atteggiamenti repulsivi e freddi si nutre del nichilismo bazaroviano.
Per contro tutto il vero che egli aveva negato gli si rivolge contro, ed è' possibile che Turgenev si sia in parte identificato in questo eroe all' apparenza negativo, alla vigilia di cambiamenti sociali radicali, per poi lasciarlo trasformarsi in eroe positivo e romantico, certamente funzionale al grande romanzo ed alla narrazione.
" Padri e figli " scorre e si erge a romanzo supremo, completo e complesso, ed accoglie una narrazione che tratta temi oggettivi, di storia, ed esistenziali, di vita, attraverso personaggi multiformi, estremizzati, che sono uno spaccato di universalità', con una scrittura precisa, realista, pulita, e tocchi poetici, di autentico genio narrativo, condito da una semplicità che sa tracciare la complessità'.
Turgenev nasconde e svela verità', pensieri, ideologie, storia, in una trama che è' tanto altro e di difficile connotazione, ma con una certezza assoluta. Trattasi di un capolavoro destinato all' immortalita'.

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Commenti

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Vado a cercarlo, mi manca.
Complimenti Gianni per la bellissima recensione. Turgenev è uno scrittore che mi è rimasto nel cuore.
Federica
Recensione molto bella.
Questo libro è un capolavoro, un testo imperdibile.
Qui c'è il nichilismo di Bazarov. Una decina di anni dopo, Dostoevskij lo rappresenterà nel grande romanzo "I demoni" : quale terribile 'evoluzione' !
Questo romanzo non mi ha lasciato niente. Sarà stato l'effetto nichilista :-))
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68
06 Aprile, 2016
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Sicuramente ottima scelta e base per la letteratura russa degli anni a venire.
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68
06 Aprile, 2016
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Grazie Federica, spesso è' stato criticato o sottovalutato, ma lo ritengo fondamentale per capire aspetti letterari a venire....
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68
06 Aprile, 2016
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Certamente, si parla di nichilismo anche in " I fratelli Karamazov " ed in " Delitto e castigo ", anche se in seguito Dostoevskij rivedrà' questa sua posizione!
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68
06 Aprile, 2016
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Potrebbe essere una chiave di lettura, d' altronde il niente può essere punto di partenza o di arrivo, anche se in questo romanzo c' e' dell' altro....
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02 Mag, 2020
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Stesso effetto che ha lasciato in me anni fa quando lo avevo letto la prima volta. Ora l'ho riletto questa settimana in lingua originale e mi ha svelato molti dei suoi segreti. Non è un romanzo facile. La trama è talmente semplice in effetti da non lasciare niente. La sua grandezza sta tutta invece nei personaggi, incapaci di capire se stessi prima ancora che gli altri, contraddittori, sempre sulla soglia del nulla, di una giostra vuota, e nelle relazioni che i personaggi intessono gli uni con gli altri. Ad un certo punto del romanzo viene davvero l'impressione che il girovagare di Evgenij ed Arkadij per le varie tenute di campagna, o in città, a bordo del loro tarantas, non sia altro che un odissea, una ricerca di se stessi, che non può avere nessun esito positivo poiché avviene tutta a cavallo di una giostra di paese, in cui si gira inutilmente e si torna continuamente allo stesso punto. Se poi uno vuole può allargare questo giudizio dalla famiglia all'intera Russia, dove secondo Turgenev nulla di buono può avvenire dall'interno, sia che si ponga speranza sui padri (ossia i figli di pochi anni prima... come testimoniano i ricordi della gioventù di Pavel e Nikolaj Petrovic, nonché di Bazarov senior o del marito defunto di Anna, il vecchio Odincov) sia che ci si appoggi ai figli, schermati da un vestito nuovo (il nihilismo) tanto superficiale quanto inutile, poiché la carne di Arkadij e pure quella di Bazarov in fondo è sempre la stessa. Gente che se non muore d'altro muore di nostalgia e non sarai mai una Francia né una Prussia né una amata Inghilterra. Ogni personaggio, ad ogni modo, anche quelli minori come Fenecka o Katja Odincova, conservano un segreto ed un mistero che non smetteranno mai di porci domande e di interrogarci. E proprio per questo rimangono tremendamente affascinanti e rendono il romanzo, come scriveva qualcun altro, immortale.
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