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Straniero
Che strano uomo Mersault. Tutto gli è indifferente, non capisce le emozioni e il loro linguaggio. Non capisce il dolore, l'amore, la rabbia, cosa dire di fronte al giudice per accattivarselo. Gli altri imputati piangono di fronte al crocefisso, ma loro sono criminali incalliti, si sanno comportare. Mersault sembra affetto da una specie di autismo o da una sindrome di Asperger. Il linguaggio delle emozioni non lo tocca, capisce solo quello del corpo, il caldo, il freddo, la fame, il desiderio e è di una ingenuità, di una trasparenza infantile. Di fronte alle domande del giudice si ritrova indifeso nella sua sincerità, per questo Maria si innamora di lui e anche il lettore.
Il romanzo si divide in due parti: nella prima Camus ci descrive le giornate che portano al delitto, il funerale della madre di Mersault, la conoscenza di Maria e del vicino, con la fama di essere strozzino. Il vicino coinvolge nelle sue beghe poco chiare Mersault che è come un bambino, limpido, indifeso, ingenuo, manovrabile e con scarsa coscienza di sè. La scena del delitto, una specie di mezzogiorno di fuoco è bellissima. Al delitto segue il giudizio. Naturalmente Mersault, incapace di emozioni è incapace anche di pentimento. Ma la sua incapacità di pentimento sembra legata a una innocenza superiore, a una incapacità di calcolo e di male che commuove il lettore. Mentre i discorsi malevoli del giudice e la sua sentenziosità rimandano all'impossibilità assoluta dell'uomo di giudicare un altro uomo che a sua volta richiama il non giudicare cristiano pur essendo Camus assolutamente ateo.
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Bel commento.
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