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Buio e luce
Questo libro prova che le epoche storiche buie fanno emergere le menti eccelse sfidandole a dare risposta adeguata a ciò che menti degeneri resero triste realtà.
Negli anni bui del nazismo e della seconda guerra mondiale lo scritto è la geniale, profonda, ferma, monumentale nonché sublime voce di una mente illuminata che offre in dono il distillato della saggezza: “Chi sa che un giorno il buio non dilegui, /chi sa che un giorno il tempo non s’adegui,/e il Sole, nuovo Dio, non ci diriga,/ e doni dalle nostre mani esiga.”
È la dovuta presenza dell’intellettuale che non può tacere, non può subire ma soprattutto non deve dimenticare l’importanza del suo ruolo e allora “vecchio d’anni carico e canuto/da studi e riflessioni ora distilla/la tarda opera sua, nel cui tessuto/ come per giuoco la sapienza istilla”.
Ci rapisce subito, ci ammalia con un titolo che contiene in sé lemmi che attraggono, richiamando alla memoria la componente ludica che è alla base di ogni nostro sapere da che veniamo al mondo; ci strega aggiungendovi le perle vitree:cangianti e sonanti.
Utilizza la componente fantastica e crea un mondo parallelo: Castalia. Una provincia pedagogica organizzata in un Ordine e in scuole d’elite fondate sull’oggettività e sull’amore del vero, basate sullo studio e sul “Giuoco” :armonia, sintesi dei saperi, arte sui generis. Linguaggio musicale e insieme filosofico ed estetico resosi necessario per contrastare la decadenza culturale il cui apice fu raggiunto nel XX secolo quando l’arte fu al servizio del falso.
Il testo è complesso, corposo, intessuto di molteplici linguaggi; richiama conoscenze musicali, filosofiche, storiche, eppure è basato su un impianto narrativo originale - la parte più consistente è un saggio biografico sul Magister Ludi Josef Knecht – che permette di godere anche di una storia, una sorta di romanzo di formazione.
Ho molto apprezzato i temi trattati : vita contemplativa vs vita attiva, rapporto maestro-discepolo, l’ anelito alla pace, il canto della cultura umanistica, fra i tanti.
La lettura ha richiesto un tempo necessariamente diluito, anche solo poche pagine al giorno; è stata una sfida culturale, necessaria. Lo consiglio perché viviamo, purtroppo, tempi bui.
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Commenti
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Non ho letto "Sotto la ruota". "Peter Camenzit" mi è piaciuto discretamente. Ho cercato di rileggere "Siddaharta", ma ho dovuto arrendermi e l'ho mollato: penso che il testo non abbia retto al tempo e che il suo straordinario successo sia legato ad una certa cultura post sessantottina.
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Concordo con il tuo bel commento e la valutazione in stellette. Grande romanzo di Hesse; forse solo "Pellegrinaggio in Oriente", nella sua brevità, gli può essere accostato per qualità.