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Animo d'artista
Tonio Kröger è un racconto di Thomas Mann pubblicato nel 1903 che sembra ripercorrere molto da vicino la storia personale dell’autore. Quello che fu a lungo il titolo provvisorio della novella, Literatur, rivela la centralità che l’autore attribuiva a quello che è il tema portante dello scritto, ossia la definizione del rapporto dell’artista con la vita.
Tonio è un giovane borghese che fin dall’adolescenza si trova in conflitto interiore tra la natura mercantile del suo contesto familiare, impersonato dal padre, e la sua vocazione artistica figlia di una particolare sensibilità, in comune con lo spirito libero della madre. Sono anni complessi per Tonio, e tutte le difficoltà provengono dal graduale formarsi in lui di un temperamento affatto singolare, di una diversa prospettiva sul mondo e sulle persone, ciò che nella sua maturazione egli riconoscerà come la sua coscienza artistica. Una coscienza sofferta, origine del suo conflitto con se stesso e col suo mondo. Emblematico lo scarto di profondità che Tonio avverte nei confronti di Hans e di Inge, personaggi che su di lui esercitano un fascino atavico con la loro bellezza nordica e il loro superiore distacco, personaggi di un’intrinseca liricità tutta contemplativa, mai concretamente compiuta e tuttavia sempre presente in una dimensione quasi mistica.
“E se gli accadeva di sbagliar strada, ciò era perché per alcuni uomini non esiste una strada giusta. A chi gli chiedeva che cosa intendesse fare nel mondo, dava risposte contraddittorie, perché, come soleva dire (ed anche questo l'aveva già annotato), egli portava in sé possibilità per mille modi di esistenza, insieme alla segreta consapevolezza che, in fondo, si trattava di altrettante impossibilità.”
La presa di coscienza della sua diversità passa per Tonio dall’esperienza della dimensione della concupiscenza dei sensi, dal ritorno tra i ricordi d’infanzia e dal ritrovamento dei vecchi amici; esperienze vissute dal giovane nel segno di un’inquietudine che va man mano maturando fino a diventare consapevolezza della propria indole e scelta di perseguirla, perché diversamente non potrebbe fare. 'Un borghese per strade sbagliate' lo definisce la sua amica Lisaweta, testimone del passaggio di Tonio dal conflitto esistenziale tra vita e arte alla loro assimilazione e compenetrazione in una vita fatta di inquietudine, di contemplazione dall’alto sulla vita propria e degli altri, di amore per la felicità, di felicità per la coscienza del proprio combattuto destino, di isolamento drammatico. Significativa è la costante musicalità stilistica sottesa alla scrittura spesso simbolista, a dare la cifra di un’opera tutta umana. Non è certo un caso, d’altronde, il costante riferimento di Tonio ad Amleto, simbolo per antonomasia dell’io in conflitto interno e alle prese con la difficoltà di vivere conciliando la propria coscienza e le necessità del mondo. Proprio qui risiede il problema posto dall’animo dell’artista.
"La letteratura non è un mestiere, è una maledizione. E quando comincia a diventare percepibile, questa maledizione? Presto, spaventosamente presto. A un’età in cui ancora si dovrebbe vivere tranquillamente, in pace e d’accordo con dio e col mondo. E invece lei comincia a sentirsi segnata, a sentirsi in un’enigmatica contrapposizione rispetto agli altri, alle persone normali, comuni e l’abisso di ironia, di miscredenza, di opposizione, di conoscenza, di sentimenti che la separa dagli uomini si scava sempre più profondo, e lei è sola, e poi non ci sarà possibilità d’intesa."
Commenti
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T. Mann è bravissimo a delineare i contrasti fra mentalità borghese e temperamento artistico. In fondo, Tonio è un ' fratello letterario ' dell'ultimo rampollo di Casa Buddenbrook.