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Mistero vittoriano
Non è difficile immaginare la tensione e l’aspettativa che dovevano provare i lettori della rivista “All the year round” nel 1859, mentre attendevano la puntata settimanale per scoprire l’evolversi degli intrighi e dei misteri sapientemente disseminati in questo complesso intreccio. E lo dico da lettrice con parecchie ore di sonno arretrato a testimonianza del coinvolgimento e della curiosità che questo romanzo è stato in grado suscitare.
Un romanzo piacevole, che si legge tutto d’un fiato nonostante la corposa mole, in cui il gusto classico e le tipiche ambientazioni vittoriane si sposano con elementi che sorprendono per la loro estrema modernità.
Innanzitutto la tecnica narrativa proposta, in cui la vicenda viene scomposta in vari episodi raccontati da diversi protagonisti, chiamati a rivivere un pezzo della storia e darne testimonianza attraverso scritti di diversa natura: diari, resoconti, lettere. Il risultato è un insieme dinamico e variegato, caratterizzato da forme molteplici e interessanti mutamenti di prospettiva.
Poi la capacità di orchestrare una trama estremamente intricata, in cui ci ritroviamo intrappolati in una fitta rete di complotti perfettamente architettati, segreti apparentemente sepolti e scambi di identità sospetti. Una narrazione scorrevolissima ci porta nelle magioni della campagna inglese e lungo le affollate strade di Londra per svelare segreti e smascherare colpevoli, alimentando un senso di attesa destinato a venire soddisfatto solo con l’ultima pagina. Molto più di quanto facciano molti thriller contemporanei.
Straordinari inoltre i personaggi, vividi e ben descritti, con tratti peculiari che escono dalla tradizione e dalle pure esigenze narrative, rivelando una certa cura di caratterizzazione. Tra i buoni e i cattivi, contrapposti in una battaglia di ingegno e astuzia, spiccano in particolare due figure: Marian, donna forte, indipendente e generosa, immagine femminile di intraprendenza e coraggio decisamente fuori dai canoni dell’epoca, e il conte Fosco, perfido e intelligentissimo, sensibile verso gli animali ma diabolico verso i suoi nemici, talmente ammaliante da incantare e manovrare tutti. E come dimenticare il fascino della donna in bianco, che appare e scompare con il suo alone di mistero?
Ringrazio quindi Musso per avere citato quest’autore in una mia recente lettura definendolo “una delle piccole gioie della vita” e permettendomi così di incrociare questo romanzo nel mio zigzagante percorso di lettura.
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Ma sarei davvero felice, quando lo leggerai, di conoscere la tua opinione!
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