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Ragione e sentimento
 
Ragione e sentimento 2016-03-07 09:58:24 Queen D
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Queen D Opinione inserita da Queen D    07 Marzo, 2016
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Prima di Elisabeth e Jane c'era...

Di due anni precedente rispetto al famosissimo "Orgoglio e pregiudizio" (1813), questo romanzo della Austen, il suo primo romanzo, inevitabilmente mi porta a fare dei paragoni col fratello successivo. Essendo il suo primo sforzo letterario, e non me ne vogliano i super fan della Austen, ho trovato "Ragione e sentimento" leggermente meno maturo di "Orgoglio e pregiudizio" di cui ho maggiormente amato i protagonisti.
In questo romanzo, la Austen fa girare le vicende intorno a una piccola famiglia tutta al femminile, la famiglia Dashwood: Elinor, la sorella maggiore, Marianne, Margaret e ovviamente la signora Daswood, la madre. Le protagoniste, non assolute in questo caso, sono Elinor e Marianne, la prima spirito razionale, posato, assennato, maturo, la seconda più ribelle, vivace ed estrema in tutte le sue esternazioni emozionali, che siano nel bene o nel male. Tutto il libro si gioca sul contrasto tra il senno di Elinor e l’impulsività di Marianne che, posti su una bilancia immaginaria, cercheranno l’uno di superare l’altra. In alcuni momenti sembra vincere il sentimento, che sfugge a qualsiasi gabbia razionale, in altri la ragionevolezza di Elinor prende il sopravvento, in un’alternanza tale che alla fine non si può giudicare chi sia il vincitore.
Ho letto da qualche parte che il rapporto tra Elinor e Marianne non è altro che una trasposizione di quello reale tra Jane Austen e sua sorella maggiore, Cassandra: quest’ultima ispirò Elinor mentre la Austen prende sembianze nell’uragano Marianne ed è per questo motivo, nel romanzo, c’è quasi un equilibrio fra i diversi caratteri delle due protagoniste.
Un grande affetto le lega l’una all’altra e alla propria madre (Margaret, la sorella più piccola, è solo una comparsa) molto diversa dalla bisbetica e sciocca signora Bennet, mamma impicciona di Elisabeth e Jane in “Orgoglio e pregiudizio”.
Troviamo una madre attenta, abbastanza intelligente e dotata degli stessi identici sentimenti della sua seconda figlia Marianne: Elinor, così, deve combattere per far ragionare non una ma ben due esponenti della sua famiglia, portandovi un pizzico di sale in zucca.
La storia, e in questo punto ci avviciniamo al romanzo successivo, parla delle delusioni amorose delle due sorelle le quali, ovviamente, reagiranno in modi opposti agli eventi. Alla fine, la bilancia si capovolge e l’assennata Elinor cederà al fuoco del suo primo tenero amore, mentre Marianne, dopo varie disgrazie, sembrerà mettere la testa a posto e cederà ad un amore inizialmente respinto dalle sue sciocche e infantili idee romantiche, in un capovolgimento metaforico dei ruoli.
Ho trovato alcuni personaggi, come Edward, poco piacevoli (non me ne vogliano le sue fan): uomo di poco polso, di nessun fascino e, a mio avviso, non meritevole del finale. Ho trovato abbastanza attrattive nel colonnello Brandon ma se paragoniamo i due al signor Darcy, ahimè, il risultato è impietoso.
E’ pur vero che questo è un altro romanzo ma sfortunatamente per me il paragone è stato immediato ed automatico: in questo troviamo l'eterna lotta tra il cuore e la ragione, nell'altro tra il pregiudizio, l'opinione affrettata data solo in base all'apparenza, contro l'orgoglio, sentimento altrettanto prevenuto e tanto distruttivo quanto il primo.
Ciò non toglie che il romanzo sia, in modi diversi, un capolavoro e che chiunque, fan o no della Austen, può solo guadagnarci in senno o sentimento (a voi la scelta) leggendolo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Orgoglio e pregiudizio"
"Emma"
"Persuasione"
"L'abbazia di Northanger "
"Mansfield Park "
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