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Una graduale discesa negli inferi
Che senso avrebbe soffermarsi sullo stile del più grande drammaturgo di tutti i tempi? Nessuno. William Shakespeare è semplicemente eccelso.
Perciò andiamo avanti, e capiamo in che punti il suo "Macbeth" e degno di nota.
Macbeth, barone di Scozia e valorosissimo guerriero, si guadagna il favore del grande Re Duncan grazie al coraggio dimostrato in battaglia, tanto da avere l'onore di ospitarlo in casa sua.
Il Male, grande protagonista di questo dramma, annuncia a Macbeth che egli diverrà Re di Scozia. Per quanto la ritenga assurda e insensata, questa profezia farà scattare nel cuore di Macbeth un meccanismo oscuro, che accompagnato dalla sua grande ambizione lo corromperà fin dentro le viscere. Sostenuto da una moglie ambiziosa quanto lui, se non di più, egli diverrà effettivamente Re di Scozia; ma sanguinoso e meschino sarà il modo in cui egli adempirà lo scopo. Intraprenderà un viaggio dal quale il suo corpo farà ritorno, ma non la sua anima. O almeno, non la stessa.
All'inizio tutto è paura, ma la paura è un ostacolo ben camuffato, una volta scoperta la sua natura inconsistente essa si supera con facilità. Basta affrontarla e sconfiggerla per la prima volta.
L'anima di Macbeth si corrompe irrimediabilmente, "sono avanzato a tal punto nel sangue, che il tornare mi sarebbe faticoso quanto il procedere", dice.
Forze opposte combattono tra loro, il bene e il male, il timore e il coraggio, l'onore e il disonore.
Il mutamento in Macbeth è graduale, ma spaventoso; come l'antitesi di una crisalide che si trasformi in farfalla. Colui che si lascia affascinare dal male, dai suoi doni preziosi e luccicanti, dovrebbe almeno conoscerne le macabre conseguenze. La morale svanisce man mano, Macbeth non teme più nulla, non conosce più misericordia, né amore, né affetto. Egli non è più un uomo, è un diavolo che ha sacrificato il suo cuore per qualcosa che una volta ottenuto, ha perso la sua importanza. Eppure, pur di non perderlo, questo diavolo sarebbe disposto a mettere il mondo a ferro e fuoco e a sacrificarne gli abitanti senza il minimo rimorso. Ma anche quando l'ultima minaccia viene eliminata, nemmeno allora, quella corrotta e tormentata anima troverebbe la pace.
Fugace e falsa è la gloria di colui che la ottiene tramite l'inganno, il sangue e il dolore altrui.
Disonore, a Macbeth.
"La vita non è che un ombra
Che cammina, un povero attore
Che si pavoneggia e si agita per la sua ora
Sulla scena e del quale poi
Non si ode più nulla: è una storia
Raccontata da un idiota, piena di rumore
E furia, che non significa nulla."
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Commenti
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Anche a me quest'opera è piaciuta. Ha aspetti attualissimi : che cosa può succedere quando a un uomo insicuro si accosta una donna che brama potere!
Ti segnalo, qualora tu non lo sappia, che ogni settimana in edicola puoi trovare un'opera di Shakespeare in DVD recitata da una compagnia teatrale inglese, resa in lingua italiana.
Ti consiglio di fare il mio stesso tentativo, non rimarrai deluso!!
Grazie per i complimenti,
Vale.
Vale.
Comunque penso che in questo periodo non ci siano altre iniziative a carattere teatrale.
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Ferruccio