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Alice nel paese delle meraviglie
 
Alice nel paese delle meraviglie 2016-02-05 11:02:22 aislinoreilly
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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    05 Febbraio, 2016
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Una... Meraviglia.

“Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie”, è un racconto fantastico scritto da Lewis Carroll, pseudonimo di un reverendo matematico e scrittore inglese di nome Charles Lutwidge Dodgson.
Egli nacque il 27 Gennaio 1832 da una famiglia di ascendenza irlandese di classe borghese medio-alta dedita alla chiesa ed all’esercito. Bambino estremamente intelligente fin da subito, primeggiò sempre in ambiente scolastico nonostante la sua balbuzie gli provocasse problematiche soprattutto nella vita sociale. Gli fu conferita la cattedra di matematica che tenne per 26 anni e ad Oxford gli fu diagnosticata una forma di epilessia, diagnosi probabilmente sbagliata (pare che soffrisse di emicrania con aura, in realtà). Nella sua vita si interessò anche di fotografia diventando noto nell’ambiente per i suoi ritratti di bambine (ci sono molte ipotesi sul fatto che potesse essere pedofilo) e per foto di personaggi noti del tempo. La sua carriera letteraria iniziò fra il 1854 ed il 1856 con pubblicazioni di poesie e racconti. La sua opera più importante la scrisse dopo una gita in barca fatta in compagnia delle figlie della famiglia del rettore Liddell con la quale aveva stretto un’ottima amicizia. La storia fu inventata sul momento per divertire le bambine ed Alice Liddell, una di loro, lo pregò di metterla per iscritto. Dopo la pubblicazione con l’attuale titolo, “Alice in Wonderland”, Carroll divenne un personaggio pubblico amatissimo e famosissimo e produsse anche altre opere sia sotto il nome di Lewis Carroll che sotto il suo vero nome.
Fu anche inventore e morì di bronchite nel 1898.

In brevissimo, scriverò la trama (straconosciuta) di questo amabile racconto:
la protagonista è Alice, una bambina che, addormentatasi, sogna di inseguire un coniglio bianco visto in giardino, nella sua profonda tana scavata nella terra. Da questo inseguimento inizia la sua avventura: cade nella tana e si ritrova in un lungo corridoio dai grandi lampadari e ricco di porte su entrambe le pareti. Individua una porticina che si affaccia su un giardino verde molto invitante. Per riuscire ad entrare in quella piccola porticina, sarà costretta a cambiare le sue dimensioni più e più volte, ingerendo cibi “magici” trovati in diverse occasioni. Incontrerà personaggi bizzarri che vanno dallo Stregatto alla Regina di Cuori e alla fine della sua avventura, si risveglierà di soprassalto, in tempo per l’ora del tè.
Questa storiella nonsense, è ricca di riferimenti anche alla matematica (vedi il secondo capitolo “Un lago di lacrime”), proverbi, allusioni a personaggi e avvenimenti dell’epoca, mimetizzati nella favolosa avventura tra un avvenimento bizzarro e l’altro.

Sarò breve perché, da ennesima lettrice, non ho molto da aggiungere alle innumerevoli recensioni già scritte… A 23 anni mi sono decisa di leggere questo racconto che ormai conoscevo già per film visti e faccende varie, però mi ha lasciato quasi spiazzata nel suo susseguirsi senza riposo, di eventi veramente senza senso. Devo direi che è qualcosa di geniale per come rende nell’assurdità, la “verità” del sogno: quando si dorme non si sognano quasi mai cose sensate e nel sogno stesso troviamo elementi della quotidianità (i proverbi, le filastrocche che recita Alice, ecc.) e ci interroghiamo su ciò che ci accade intorno. Alice è confusa, non sa più chi è, cambia aspetto continuamente e dimentica ciò che ha appreso nel tempo (che sia il processo di crescita?). Sicuramente è un racconto che dà spazio a numerose interpretazioni ed il bello sta anche nella varietà dei personaggi, delle situazioni, delle conversazioni e delle ambientazioni che sono state concepite da una mente ricca di fantasia come quella di Dodgson.

Un classico che, a mio parere, va letto. In tenera età è un racconto fantastico, in età adulta può esser visto come un insieme confuso di spunti di riflessione ed interpretazione, collegati da un filo logico impercettibile…
Mai dare per scontati i racconti “per bambini”. :)

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