Dettagli Recensione
Profondo, nella sua disarmante semplicità.
Questa è la storia di un uomo solo, la storia di un uomo al margine, un uomo alla ricerca di amici, di amori, di rapporti. Victor rimane in noi nonostante la sua povertà di spessore ancor prima della sua povertà economica, una miseria a trecentosessanta gradi, una esistenza al limite.
Per tutta la durata della storia ho avuto la sensazione che il protagonista si abbandonasse per diventare un clochard, in realtà si ostina a cercare amici, amori e lasciarsi alle spalle la solitudine, vero cruccio della sua esistenza. La narrazione è priva di una trama tradizionalmente conosciuta come tale, la storia si compone di una collezione di incontri, “I miei amici” per l’appunto.
Bove usa uno stile interessante, atipico e originale, tante vicende compongono la storia che è una parte della vita del protagonista, una parte che l’autore trasforma in tutto. Victor usa forse inconsapevolmente la sua pochezza e povertà per attirare su di se amici e amori, girovaga per Parigi alla ricerca della non solitudine, non cerca un lavoro, non cerca fortuna. Il suo essere attira su di se le attenzioni di diversi “Amici” che lo considerano più con un senso di compassione che per vero interesse di fratellanza e amicizia.
Continuo vagare alla ricerca di qualcosa che permetta di spezzare quel circolo vizioso di incontri e abbandoni, di speranze e disillusioni, ma che non cancellano mai quel orrendo senso di solitudine che dura una vita.
Profondo, nella sua disarmante semplicità.
Indicazioni utili
Commenti
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |
Ordina
|
Grazie
Saluti
Saluti Riccardo
Grazie
Saluti
Riccardo
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |