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Solitudine dell'animo umano
Suddiviso in tre episodi, “Cuore di tenebra” fu pubblicato nel 1902 anche se una sua prima apparizione nel Blackwood’s Magazine risale al 1899.
Londra, sponde del Tamigi. Cinque membri dell’equipaggio attendono la marea favorevole quando uno di loro, Marlow, prende parola ed inizia a raccontare di un viaggio, tanto desiderato quanto voluto, con meta l’Africa Nera. Giunto alla base principale della Compagnia, prosegue il nostro novelliere, la traversata è tutto tranne che terminata, l’uomo deve infatti spingersi ulteriormente nell’entroterra al fine di incontrare un misterioso personaggio, Kurtz, di cui da tempo non si hanno tracce ma che rappresenta anche il vero approdo dell’io narrante, è presso la sua base che egli deve infatti arrivare.
Non vi svelo altro sulla trama perché dal momento del colloquio con Kurtz il testo si rinnova, assume un diverso valore, una variabile prospettiva che tende ad comprovare il contenuto dell’opera.
Il racconto, nella sua concisione, offre al lettore numerosi spunti di riflessione; il viaggio che Marlow-Conrad affronta muta profondamente il protagonista, gli offre una visione diversa della vita e di quelli che allora erano i valori pregnanti, talché chi legge ha modo di scrutare nel cuore e nella mente dell’umanità riuscendo così ad interrogarsi, ciascuno in modo diverso, ognuno secondo le proprie virtù.
Tante le tematiche trattate in questo piccolo libro, si passa dalla problematica del colonialismo e della bramosia umana di ricchezza, all’avidità che va oltre ogni tolleranza e remora (l’avorio è infatti il bene principe, va ottenuto in qualsiasi modo e con ogni mezzo), sino alla solitudine trattata mediante la vera natura di quella terra viva, la quale, porta alla luce quella che è la vera essenza di Kurtz, il suo cuore di tenebra.
«Nessun uomo si aprirà con il proprio padrone; ma a un amico di passaggio, a chi non viene per insegnare o per comandare, a chi non chiede niente e accetta tutto, si fanno confessioni intorno ai fuochi del bivacco, nella condivisa solitudine del mare, nei villaggi sulle sponde del fiume, negli accampamenti circondati dalle foreste — si fanno confessioni che non tengono conto di razza o di colore. Un cuore parla — un altro ascolta; e la terra, il mare, il cielo, il vento che passa e la foglia che si agita, ascoltano anche loro il vano racconto del peso della vita.»
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