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Negli abissi dell’anima
Leggere Zola è aprire la finestra e permettere a una ventata di emozioni e sensazioni di invadere la stanza. Non una gradevole brezza primaverile ma un soffio afoso, soffocante, che mozza il respiro e invade i polmoni. E ti trascina nel vortice dell’animo umano, che viene spellato, vivisezionato e dato in pasto alla lettura nella sua verità, crudezza e brutalità.
L’atmosfera è cupa e claustrofobica. La Parigi dei gioiosi caffè all’aperto appare una città morbosa abitata da opportunisti perdigiorno, le strade impressioniste brulicanti di vita si trasformano in un budello oscuro, angusto e minaccioso e i tramonti color pastello sulla Senna in una cappa grigia e plumbea.
I personaggi sono anime tormentate, vividamente descritte, senza abbellimenti e senza attenuanti. Thérèse è una donna cresciuta nella continua repressione della propria natura vivace e dei propri istinti. Forse per compiacere la benevolenza della zia che l’ha accolta orfana, ha acconsentito a un matrimonio freddo e deprimente con il molle cugino e, muta e inerte, guarda scorrere la propria vita mentre l’insoddisfazione cresce in lei come una nevrosi pronta a esplodere. Laurent è un uomo sanguigno e rozzo, che aspira a una vita di inattività, di vizio e piaceri. Non conosce riflessione o morale, è abituato ad agire, con forza ed energia, nella direzione che reputa più conveniente.
L’incontro tra queste due nature così diverse porta a una passione quasi animalesca, in cui non c’è nulla di romantico. E’ sangue, quello di Thérèse, che brucia per la prima volta. Sono pulsioni carnali, quelle di Laurent, a cui non è possibile opporsi. E’ desiderio, di realizzare un progetto di vita. E conduce al dramma violento dell’omicidio e alle sue estreme e nefaste conseguenze.
Zola non ha paura di eccedere. Sono pagine densissime. Di immagini forti, a tratti anche macabre. Di parole, scelte con cura, intrise di colori, sensazioni, carne e sangue. Di descrizioni meticolose, spinte sui terreni impervi dei sentimenti più oscuri, delle paure, delle debolezze umane. Non c’è delicatezza. Non c’è compassione. Non c’è pace. C’è solo l’abisso dell’anima che ci investe con la sua realtà.
Leggere Zola lascia il segno.
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Commenti
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Ho ancora presente l'immagine di orrore e terribile 'trionfo' della vecchia madre che ha vivi, oltre alla mente, solamente gli occhi.
Sintetica, esauriente e stimolante.
Cerco subito il libro e lo leggerò il prima possibile. La trama in qualche modo mi ricorda "Grottesco" di McGrath, ch in realtà non ho apprezzato molto. Avevo il sospetto che si fosse ispirato a qualcos'altro, ma non conoscevo questo titolo. Voglio proprio vedere se la mia supposizione è giusta! Grazie mille!!!!
il commento è diretto e preciso
Te lo consiglio di sicuro.
Ho apprezzato questo romanzo sotto tutti i punti di vista. E' una perla, davvero!
Interessantissima la nota sul presagio di morte, mi fa venire voglia di approfondire il tema della morte di Zola... :)
Non ho letto il libro di McGrath, mi dirai allora se la supposizione è corretta!!! :)
Lo consiglio, merita di certo. Grazie davvero.
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