Dettagli Recensione
Anche i classici possono tradire
L’aura tragica e romantica che avvolge la vita delle sorelle Brontë mi ha sempre affascinato e ho ritrovato questo spirito nei romanzi delle sorelle maggiori, in cui passione, forza ed emozione danno vita a personaggi indimenticabili. Con queste aspettative ho iniziato la lettura del romanzo della più giovane delle sorelle Brontë, Anne.
La storia è quella di Agnes, ragazza retta, sobria e di buon cuore, che è cresciuta, protetta e coccolata, in una famiglia felice, raro esempio di amore matrimoniale e solidità di principi. Ma Agnes a un certo punto vuole di più, vuole dimostrare a tutti e a se stessa in primis di potere affrontare il mondo. E inizia così a lavorare come istitutrice presso una ricca famiglia di campagna. La campagna è animata dalle figure che abbiamo imparato a conoscere dai classici inglesi: aristocratici con figli viziati, vuoti e vanitosi, istitutrici prive di alcuna autorità nell’educarli e rassegnate alla loro ignoranza, canonici a volte animati da spirito caritatevole e buoni sentimenti – a volte un po’ meno. Di fronte a tutto ciò e alle dinamiche di classe che regolano comportamenti sociali e matrimoni, Agnes sceglie. Sceglie il lavoro, la moralità e la speranza di poter incontrare un’anima affine con cui condividere la vita.
I temi non sono nuovi, dunque, anche se lo spirito di donna lavoratrice e in un certo qual modo indipendente, lo rendono di fatto un romanzo di una certa modernità.
Però…. Però… Manca la componente emotiva. La narrazione è profonda ma razionale nel delineare il contesto sociale, nel raccontare le ingiustizie subite, nel farci conoscere i sentimenti e i valori della protagonista. Si percepisce la ricerca di misura ed essenzialità di espressione, per non cadere mai nel patetico o nel drammatico. Lucidità però non è emozione. E proprio la mancanza di quelle emozioni e passioni, che ti aspetteresti leggendo Brontë in copertina, impedisce di entrare in sintonia con le corde più intime della protagonista. Per quanto dunque possiamo apprezzare questa donna, esempio di dignità, forza e moralità, la sua storia risulta di fatto un po’ asettica nella sua rigida severità.
E invece anche le istitutrici hanno un cuore palpitante. Chiedere a Jane Eyre.
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Commenti
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Non è stato facile per me esprimere una delusione su un classico :)
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