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L'imperatore di Portugallia
 
L'imperatore di Portugallia 2015-11-15 10:23:53 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    15 Novembre, 2015
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I prodigi dell'amore

La svedese Selma Lagerlof è una scrittrice grandissima. E' stata la prima donna ad essere insignita del Premio Nobel per la Letteratura. "L'imperatore di Portugallia" è successivo all'alto riconoscimento ricevuto, ed è un libro imperdibile, un monumento all'amore paterno, o meglio all'amore in assoluto e ai suoi prodigi.
Il rude Jan sperimenta per la prima volta l'amore, uno stato di grazia, quando prende in braccio la neonata figlia : "non avrebbe mai immaginato che ci si potesse estasiare a voler bene a qualcuno".

L'ambientazione è il tipico paesaggio rurale svedese al confine con la Norvegia, fatto di alture, boschi e limpide acque lacustri, proprio i luoghi natii dell'autrice, che qui vengono rappresentati in tutta la loro suggestione : l'inverno innevato percorso da slitte, la chiesetta e le case sparse nella campagna, il lago col battello che conduce lontano...
L'atmosfera è fiabesca : miti nordici, leggende, significati reconditi...
La narrazione, inoltre, è come pervasa di misticismo e saggezza, ricca di simboli, alcuni dei quali rimandano alle Sacre Scritture e contribuiscono a conferire al testo un livello autenticamente semplice ed elevato e ad offrire un senso cosmico al messaggio poetico, come talvolta accade nei momenti più alti della produzione letteraria di Alda Merini.

Quando la figlia ormai diciottenne si allontana e il padre intuisce che qualcosa non va, allora il rifugio diventa per lui una sapiente follia, il regno fantastico di Porugallia : "quando uno abita nelle Valli della Nostalgia non si accontenta più delle cose terrene, ma è costretto ad andare in cerca delle stelle".
L'anziana moglie ne è consapevole : "Jan non è matto. (...) Il Signore gli ha posto uno schermo davanti agli occhi, così che non veda quello che non sopporterebbe di vedere. E di questo non si può che essere riconoscenti". Il lettore procede nella storia fra incanto e stupore per giungere a un finale meraviglioso ed emblematico.

La scrittrice, che ha rappresentato così bene l'amore genitoriale, non è mai stata madre. E' stata però figlia molto amata di un padre che è morto dopo che si era allontanata, contro il volere di lui, per raggiungere Stoccolma. Rimase convinta di avergli abbreviato la vita. Nel discorso per il Nobel lo ricordò in modo toccante. Successivamente scrisse il romanzo di cui ci occupiamo.
Quale omaggio sarebbe stato migliore di questo libro bellissimo ?

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Recensione molto bella, Emilio. Terrò presente ...
Grazie. Ho letto con interesse la recensione.Conoscerò presto questa scrittrice. Lizia
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Emilio Berra  TO
15 Novembre, 2015
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Grazie Anna Maria.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
15 Novembre, 2015
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Grazie Lizia. E buona lettura.
complimenti Emilio, ottima presentazione del romanzo; hai focalizzato l'attenzione di tutti noi su questa autrice
Bellissima recensione, Emilio. Bravo!
Non la sapevo la storia, ecco come è nato il libro e chi è la figlia snaturata. Commovente.
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Emilio Berra  TO
16 Novembre, 2015
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Ti ringrazio, Silvia.
Effettivamente potrebbe essere una segnalazione per chi cerca autenticità.
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Emilio Berra  TO
16 Novembre, 2015
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Grazie, Rollo.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
16 Novembre, 2015
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Da ciò che ho letto, Mario, il padre era un uomo colto e raffinato ma dedito alle bevande alcoliche. Successivamente alla partenza della figlia morì di cirrosi epatica. Lei vendette la tenuta che possedevano. Viaggiò in Sicilia e sulle coste medio-orientali. Tornò al paese e volle ricomprare la casa natìa, dove si trasferì e vi morì nel '40. Ora è museo. E' una dimora bellissima che si può parzialmente 'visitare' anche tramite Internet.
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