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I soldi non fanno la felicità
Eugenie nasce in una cirradina francese di provincia alla fine del 1800. Il padre è un uomo estremamente ricco. Però ospita il "demone del'avarizia". Questo fa sì che lui, la moglie e la figlia vivano sulla soglia dell'indigenza. Tutto ill denaro, possibilmente trasformato in oro finisce in uno studio di cui solo lui possiede la chiave. Qui trascorre le ore migliori della sua vita, rifacendosi gli occhi davanti a casse di monete luccicanti. Fuori da questo locale si atteggia di fronte ai familiari a povero vignaiolo tenendo sotto chiave le derrate alimentari e concedendo nel modo più parco possibile il denaro necessario alle spese domestiche. In tutto questo c'è Eugenie, povera, senza conoscere molto del mondo oltre l'uscio domestico. Generosa, quanto il padre è tirchio e rassegnata a quella che crede sia l'unico stile di vita a cui possa ambire. Si fa lusingare dalla coda di questuanti che elemosinano i suoi favori sperando in un matrimonio milionario, credendo che i complimenti che riceve siano frutto di sentimenti sinceri. Come è inevitabile il primo giovanotto elegante e straniero che entra in casa sua diventa oggetto di sospiri e patemi d'animo. Alla morte del padre si scopre enormemente ricca e capisce qualcosa in più sull'animo umano. Balzac ci racconterà se avrà il tempo e la forza di rimediare ai patimenti subiti fino ad allora.
Un racconto che tocca e descrive con dovizia di particolari alcuni dei vizi peggiori dell'uminità. Il signor Grandet e il suo amore per il denatro sono descritti così bene che sembra di vederlo: il suo modo di misurare tutto, i sotterfugi per cercare di farsi regalare qualcosa, il modo di aprofittarsi dell'ingenuità della moglie per farsi restituire da lei il denaro che ha finto di darle per le proprie spese. Se non fosse che mette tristezza pensare a quante rinunce sono condannate queste donne, ll modo di gestire il denaro di Grandet sarebbe perfino divertente. Si parla inoltre di ambizione e di avidità, entrambe stimoli ad ordire intrighi e a passare sopra tutto e tutti. Forse è un vizio anche l'ingenuità di Eugenie, ma lei non aveva scelta per sopravvivere a tutte quelle privazioni, che rifugiarsi in un mondo di fantasia.
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Questo libro di Balzac è veramente notevole sia per la rappresentazione sociale che per l'approfondimento psicologico della protagonista: una gran bella lettura.