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L'ineluttabile appuntamento
La figura di Lev Tolstoj spicca come pilastro fondamentale per la letteratura russa dell’ottocento; a similitudine dei suoi coevi Dostoevskij, Gogol, Turgenev, i suoi romanzi scavano nel profondo dell’animo umano mettendo in luce miserie, fardelli d’ingiustizia sociale, crisi interiori e vane crudeltà cui l’uomo vissuto in quel periodo è stato soggetto e oggetto dell’allora regime zarista. Le opere più note che ben conosciamo sono il monumentale “Guerra e pace” e il drammatico “Anna Karenina”.
Il presente romanzo appare riduttivo qualora paragonato alle opere già citate, ma dopo averlo letto con attenzione, mi rendo conto dell’enorme profondità di pensiero che raccoglie in meno di un centinaio di pagine. E’ l’appuntamento ineluttabile che tutti noi, alla fine, avremo con la morte; quest’ultima viene spesso rimossa dai nostri pensieri, in particolare quando si è giovani e si progetta un futuro di sfide e realizzazioni, ma basta un qualsivoglia episodio o accadimento per ricordarci che Ella è sempre presente, ci segue come un’ombra e aspetta il momento, a noi sconosciuto, per entrare in azione. Nulla nel nostro immanente ha una certezza assoluta quale questo infausto incontro.
Il protagonista del racconto è un giovane magistrato, Ivan Ilijc, che organizza la propria vita impegnandosi per la realizzazione della sua carriera e avere, di conseguenza, un elevato rango sociale che possa permettergli certi lussi e comodità non comuni alla stragrande maggioranza dei suoi simili viventi nello stesso periodo temporale e nel contesto politico-sociale-economico della Russia di fine ottocento. Tutto sembra procedere secondo una schedula ben programmata, ma una banale caduta da una scaletta cambia drasticamente gli ultimi anni di vita del Nostro.
Ecco, allora, immaginare e aspettare il momento, che arriverà sicuramente a breve, del famigerato appuntamento e non esiste nulla che possa evitarne il finale; la malattia improvvisa non dà scampo nonostante fior di luminari si appropinquino al capezzale dell’agonizzante che sta per precederli nell’oscuro viaggio.
Molto marcata la dualità vita-morte e con essa il senso di tutto ciò che ci appare da quando siamo in grado di ragionare fino all’ultimo barlume di lucidità mentale propedeutico al mistero che da sempre governa il segmento vitale di tutti gli esseri viventi. Come una serie di fotogrammi osserviamo momenti di tutta la nostra esistenza e ci accorgiamo di non capirne il significato e aneliamo di oltrepassare la metaforica porta con la brama di conoscere il perché dell’evoluzione umana e universale.
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Commenti
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Ferruccio
Ferruccio
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Il tuo commento è molto bello.
I grandi Autori difficilmente deludono, anche nelle loro opere considerate 'minori' .