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Gente triste, gente sola
Ho avuto la fortuna di visitare la Dublino degli anni 2000 con il sole e devo dire che leggendo i racconti di Joyce sembra che sia passato ben più di un secolo. La città di cui ci parla lo scrittore è fredda, triste, senza speranze. Questi sono racconti di povertà, non solo nel portafoglio, ma soprattutto nello spirito. Personaggi dediti all'alcool, alle piccole truffe, con comportamenti discutibili in famiglia.
Un pò sconcertante all'inizio la struttura dei racconti. Si inizia a leggere quello successivo aspettandosi che sia una continuazione di quello precedente, che in realtà non ha una vera e propria fine. Si tratta infatti in molti casi di episodi di vita, che sembrano quasi buttati lì. Al lettore resta la voglia di sapere che cosa succede dopo. In realtà se lo scopo è quello di darci in modo realistico e crudo uno spaccato della città di inizio '900, meglio non farsi prendere la mano indulgendo in sentimentalismi o in descrizioni troppo dettagliate.
Lettura non semplice, ma che merita di essere intrapresa, dopotutto trattandosi di racconti, si può sempre decidere do piluccare qua e là.