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Prima di Marley, meglio di Marley
Come spesso succede i primi di una lunga serie sono sempre i migliori. Quindi direi che questo, tra tutti i libri che parlano del rapporto tra razza canina e razza umana è di gran lunga quello che mi è piaciuto di più. Devo solo fare un appunto a chi ha tradotto il titolo: nell'originale era "herr und hund". Io avrei conservato anche in italiano "uomo", perchè il protagonista del romanzo, come tutti gli appassionati di animali è tuttt'altro che un padrone. E' un amico, un genitore un antagonista e infine un orfano, ma padrone mai.
Come si capisce questo racconto lungo è incentrato sul rapporto uomo-cane. dal primo incontro quando i due si osservano con sospetto, magari scuotendo la testa, ma già sapendo che il loro destino è segnato. Si prosegue poi con le varie dificoltà ad adattarsi l'uno all'altro. La diferenza rispetto alle altre biografie canine è la maestria con cui Mann descrive il suo amico. Lo scrollare delle orecchie, il dimenare frenetico della coda acquista in questo romanzo una nota poetica. La descrizione fisica del cane, con le sue devianze rispetto ai dettami previsti per la sua razza è fatta con severità, ma non quella asettica di un insegnate, quella benevola e sempre pronta a tutto giustificare di un genitore. Ogni marachella è spiegata con la natura intrinseca del quadrupede. Ogni uggiolio è fonte di feroci sensi di colpa e ogni sorriso canino basta a scaldare il cuore. Del resto come potrebbe essere diversamente?
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