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Vorrei poter tornare indietro nel tempo
Ognuno di noi ha i suoi romanzi del cuore, storie che ti hanno fatto innamorare della lettura, che ti hanno tenuta sveglia la notte, che non perdi mai la voglia di rileggere ancora e ancora e ancora per lasciarti sorprendere da qualche dettaglio o semplicemente per ritrovare il confortante gusto delle pagine tanto amate (magari dopo un periodo di brutte letture). Questo è Orgoglio e Pregiudizio per me.
Come recensire quindi il libro del cuore? Cosa rende questo libro così speciale?
L’atmosfera elegante e raffinata. La provincia inglese di fine Settecento rivive nella sua quotidianità fatta di nastri e mussoline, lavori di cucito e visite di cortesia, e lo fa senza di fatto nessuna descrizione ma lasciandosi permeare come un profumo. E niente ci sembra in quel momento più importante di un invito a un ballo.
I personaggi. A volte non bastano centinaia di pagine per delineare un personaggio, per far nascere nel lettore la voglia di immaginarlo, di immedesimarsi in lui, di capirlo. A Jane Austen basta un tratto: lo sguardo altezzoso di Mr. Darcy, una battuta compiacente di Mr. Collins, il timido contegno di Jane, l’intelligenza briosa di Elizabeth. Quel tratto svela figure vibranti e reali, dai tratti psicologici ben definiti e dai caratteri diversi. Una complessità anche un po’ da immaginare. Perché in fondo il romanzo è proprio un invito ad andare oltre la superficie delle impressioni.
L’ironia. Le convenzioni e i comportamenti sociali di questa Inghilterra Regency vengono presentati con ironia e quasi con distacco. Riesce a strappare più di un sorriso il servilismo di Mr. Collins, che ha fatto del compiacere e adulare i ricchi la propria missione, o la superbia di Lady Catherine, nata con la convinzione di poter disporre degli altri per diritto di nascita. Sembra divertente e leggero eppure proprio la distanza offerta dallo sguardo ironico suggerisce una lettura ben più profonda dei classismi e delle ingiustizie dell’epoca. Tutti i personaggi passano sotto la lente dell’ironia che ne mette in luce vizi e virtù. E nessuno ne esce perfetto: l’eroina non è la più bella del reame e l’eroe è rigidamente e aristocraticamente inamidato, ma non potrebbero piacerci più di così.
Il contrasto. Orgoglio e Pregiudizio è classificato in genere come un romanzo rosa. Un classico, di qualità, certo, pur tuttavia una storia d’amore. In realtà, a ben guardare, la componente affettiva e la convenienza economica si intrecciano in proporzioni non ben definite nei matrimoni austeniani, uomini e donne sono sempre presentati con la propria quotazione di reddito e dote in sterline e l’amore appare come una questione più di mente che di cuore. E fa la differenza che proprio quella che si considera una grandissima storia d’amore non contenga nemmeno un parola zuccherosa e che nessuno dei protagonisti ci appaia mai in balia di sentimenti e passioni. Il romanticismo è più immaginato che raccontato. Bisognerebbe spiegarlo ai produttori di romanzetti rosa di oggi.
La confezione. Per dare vita ad una narrazione piacevole ma di altissimo livello bisogna saper poi raccontare il tutto con un linguaggio accessibile ma ricercato, uno stile scorrevole ma raffinato, una penna vivace ma razionalmente intelligente. E la cosa non è così scontata.
Detto questo, non credo però che a quindici anni, quando è scoccata la scintilla con questo libro, io avessi fatto tutte queste considerazioni. E lo dimostra il fatto che il romanzo sia trasversalmente amato da persone di ogni età, cultura e nazione, valicando differenze di gusti, riflessioni di stile o di contenuto. Non mi risultano molti i libri, per di più datati di secoli, che contano siti internet tematici, fan sfegatati e una lista non solo di imitazioni ma anche di veri e propri furti di personaggi, snaturati e calati da altri autori nelle più disparate situazioni. Il dato è significativo e sinceramente non credo sia spiegabile con nessuna delle motivazioni che pur mi sono cercata di dare.
E’ una magia che solo le storie più belle sanno creare. E vorrei poter tornare indietro nel tempo per leggerlo per la prima volta, rivivendo la lettura della scoperta in cui ti chiedi cosa succederà nella prossima pagina e sbirci anche un po’ (giusto un’occhiatina) per l’impazienza di scoprire se Elizabeth incontrerà Mr.Darcy a casa di Lady Catherine e se la gita nel Derbyshire la porterà fino a Pemberly.
Come tutte le magie va presa così, senza addentrarsi oltre nell’analisi, ma tuffandosi nel piacere della lettura.
E se qualche fortunato non l’avesse ancora letto, lo consiglio di certo.
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Alla fine però ho rinunciato a capire perchè lo amiamo tanto...
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