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Corteggiando il carteggio
Un romanzo breve molto simpatico, che incuriosisce a proposito della personalità dell'autore, che non doveva essere nella realtà molto diverso dal protagonista della storia: una persona affabilissima, molto piacevole e gentile, affascinante in un certo senso. Ma che ha con la gente il rapporto che uno in genere ha con i libri per cui ne trae il massimo piacere ma senza troppi patemi e legami e che viceversa ha con le parole e con l'arte, in particolare con il poeta Aspern e soprattutto con il suo carteggio nella storia in questione, un rapporto molto più passionale. C'è un'inversione di ruoli tra carne e lettere per cui il mondo astratto delle parole acquista quasi una fisicità nel romanzo. Particolare il modo in cui il protagonista sguscia via di fronte all'essere umano. In fondo il rapporto con le due donne poteva diventare ben più interessante sia con la vecchia amante di Aspern che con la nipote. Quest'ultima ha qualità umane di gentilezza e sincerità che la renderebbero un'amica inestimabile. E la vecchia sembra una donna molto intelligente anche se calcolatrice e troppo diretta nei modi. Ma il protagonista scivola via dall'umano per diventare quasi rapace davanti alla carta stampata. Bello, mi ha fatto venir voglia di leggere The master. La scena finale è bellissima: gli occhi dell'amante di Aspern, bellissimi e coperti dalla veletta per tutto il romanzo, qui sono come un faro puntato sul nostro protagonista nel momento più meschino della sua vita.
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