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Gente di Dublino
 
Gente di Dublino 2015-09-10 19:06:00 Francj88
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Francj88 Opinione inserita da Francj88    10 Settembre, 2015
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Epifanie

Impotenza, è questa la sensazione che ho provato terminata la lettura dei quindici racconti che costituiscono “Gente di Dublino”. Ognuno di essi è un’istantanea sulla condizione dell’uomo con le sue miserie, le sue sofferenze e contraddizioni. I personaggi si muovono nella Dublino del secolo scorso e sono accomunati da un’apatia, un’incapacità di prendere le redini della propria esistenza, dall’improvvisa consapevolezza della caducità della vita e dell’inevitabilità della morte. La narrazione di Joyce è assolutamente priva di qualsiasi elemento possa costituire un semplice abbellimento, un orpello fine a se stesso. Il linguaggio pulito, essenziale ma ricco di descrizioni, la quasi totale mancanza di azione, l’aderenza alla realtà mi ricorda la poetica verista. L'autore lascia che sia la quotidianità dei personaggi a raccontarne i sentimenti e le frustrazioni. Tutto è lasciato al suo naturale corso, ogni racconto è uno spiraglio, non ha una conclusione ben definita. Questa mancanza di organicità rende “Gente di Dublino” un’opera di non facile comprensione. Non è certo un tipo di lettura leggera, di intrattenimento, piuttosto è uno di quei libri scomodi, ma necessari, che fa riflettere e mette in evidenza, attraverso le vicissitudini del singolo anche la situazione politica, economica e religiosa dell’Irlanda al principio del ‘900. Occorre andare oltre la superficie del testo per ottenere una visione completa. L'affresco di Dublino, in particolare, è mirabile, ci viene presentata come un’uggiosa città del nord dalle tinte spente e tendenzialmente monocrome, ben lontana dalla verde Irlanda dell’immaginario comune, ma perfetto sfondo alle vite dei protagonisti.

Personalmente, non ho apprezzato allo stesso modo tutti i racconti, forse il mio preferito è stato l’ultimo dal titolo “I morti”, perfetto “requiem” che chiude la raccolta e lascia al lettore una sensazione di triste malinconia che, unita all’impotenza sono le sensazioni che mi hanno accompagnata per tutta la lettura. Credo che Joyce sia uno scrittore che “o lo si ama o lo si odia”. Io, per quanto ammetto di aver trovato la lettura un po’ ostica in alcuni punti, mi sento di consigliarlo.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Bella recensione Francesca; di Joyce ho due romanzi che attendono la mia lettura: "Ulisse" e, appunto, "Gente di Dublino". Sono indeciso con quale iniziare ma credo mi impegnerò in primis con "Ulisse" .Ciao.
Ferruccio
Joyce è l'unico autore che mi ha sconfitto. Qualche anno addietro iniziai l'Ulisse e in breve tempo mi resi conto di non avere le risorse necessarie per portare a termine l'ambizioso e atipico romanzo. La tua recensione però mi è piaciuta, credo infatti sia stato un mio errore iniziare l'indagine letteraria su Joyce a partire dall'opera più complessa
In risposta ad un precedente commento
Francj88
16 Settembre, 2015
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Grazie mille!! :) Ciao
In risposta ad un precedente commento
Francj88
16 Settembre, 2015
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Ciao, si diciamo che l'Ulisse è una lettura un po' ostica tra giochi di parole, riferimenti nascosti e flusso di coscienza.. io l'ho preso e mollato un po' di volte prima di riuscire a completarne la lettura anche se devo dire che mi sono servita di una guida che mi schiarisse le idee in alcuni punti. Sicuramente Gente di Dublino può essere un buon inizio per capire lo stile dell'autore anche per il fatto che i racconti sono abbastanza brevi! Ciao

P.S: grazie!
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