Dettagli Recensione
Un capolavoro ottocentesco
Notre Dame de Paris è una vera e propria epopea. All'inizio le descrizione di Hugo possono sembrare faticose, il ritmo della narrazione scorre lento e tutti i particolari vengono ben delineati. Tuttavia alla fine ci si rende conto del perché di tante digressioni: la vera protagonista è la Parigi del 1400, e tutti i personaggi non sono altro che i suoi ingranaggi. La vita della cattedrale è mossa da questi personaggi che sono malvagi, buoni, o totalmente ingenui e in questo modo ci si proietta totalmente nella società parigina di quel secolo.
I personaggi di questo romanzo sono delle opere d'arte. E' incredibile quanto il malvagio, Frollo, sia un o dei personaggi più complessi e interessanti. La sua vita ci fa capire tutti di lui, il suo amore malato definisce invece la sua cattiveria. I due invece personaggi "buoni", sono quelli che in realtà sono destinati a soffrire soggiogati dai prepotenti. La bella Esmeralda, alla quale non riesco ad attribuire nessun volto che possa essere così incantevole e allo stesso tempo immaturo, è il personaggio più ingenuo e verrà sottomessa senza mai rendersi conto della falsità di Phoebo , e tuttavia non perderà mai la sua dignità, perché preferirà la morte alla fuga con Frollo.
E' Quasimodo invece il personaggio che suscita maggior compassione. Nessuno, nemmeno Esmeralda alla quale ha salvato la vita, riesce a scambiargli affetto, e sarà sempre circondato da una solitudine. Tuttavia è il più nobile dei personaggi, che riconoscendo la sua bruttezza e accettandola non vuole che la zingara gli presti attenzioni in quanto tale bellezza non può abbassarsi a tanto.
Le opere di Quasimodo sono nobili e di buon cuore, anche se suscitano sempre nel lettore tanta pena e compassione.
Il romanzo è estremamente negativo, e svela il lato più crudo dell'essere uomo. Sono sempre i più innocenti a soffrire.
Sebbene sia un libro impegnativo, è un libro ricco di contenuti, a partire ad esempio dalla digressione sull'architettura soggiogata dalla stampa, che personalmente ho amato.
Non si deve farsi scoraggiare dalla lunghezza, perché leggendo ci si immerge totalmente nella società e nei personaggi tanto che alla fine, io ho pianto molto per il cosiddetto "matrimonio di Quasimodo".
Un capolavoro intramontabile.