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I dolori del giovane Werther
 
I dolori del giovane Werther 2015-08-01 15:35:58 Francj88
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Francj88 Opinione inserita da Francj88    01 Agosto, 2015
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Il romantico per eccellenza!

Avete presente quell'istinto masochista che induce alcune persone che stanno passando un periodo turbolento, triste, difficile insomma, ad ascoltare canzoni, leggere libri o guardare film che le inducono ancor di più a crogiolarsi in quello stato d'animo? Io si! Posso tranquillamente affermare di far parte di quella categoria. Tuttavia "I dolori del giovane Werther" di Goethe ha su di me l'effetto opposto. La trama di questo romanzo epistolare, classico della letteratura romantica tedesca, credo sia ben nota a tutti. In sintesi narra dei tormenti interiori di Werther, personaggio che rappresenta l'uomo "romantico" per eccellenza, ora rapito nell'osservare la bellezza estasiante e sublime di un frammento di natura, ora rinchiuso in se stesso, mentre nel suo cuore sboccia un amore impossibile per la giovane Carlotta, già promessa ad un altro uomo. Noi seguiamo le sue tormentate riflessioni per mezzo del rapporto epistolare che egli intrattiene con l'amico Guglielmo e non si può fare a meno, per chi ha un cuore sensibile, di riconoscere al di là dei secoli di distanza i propri dolori, le proprie insicurezze. Dopotutto il cuore dell'uomo, al di là delle differenze temporali, geografiche, sociali e culturali, è sempre dominato dagli stessi istinti e dalle stesse passioni. Quando vivo un periodo un po' negativo mi capita di riprendere in mano questo romanzo perché per me è una sorta di palliativo per il dolore, mi fa sentire meno sola. In effetti c'è un passaggio di questo breve libro che esprime questo concetto:

Tante volte mi dico: "Il tuo destino è unico: puoi dire che tutti gli altri sono felici e che nessuno è mai stato tormentato tanto come tu lo sei". Poi leggo un poema antico ed è come se vedessi nel mio proprio cuore.

Ecco, sapere che c'è chi ha vissuto o vive situazioni simili alle proprie, che sia tra le pagine di un libro o nella quotidianità, fa sentire meno soli, perché in fondo ogni uomo, che lo dia a vedere o meno, vive i nostri stessi drammi, anche se in modi e per cause diverse. Cio' che i poemi antichi hanno fatto per Werther, per me lo ha fatto il Werther stesso. Dopotutto non posso che concordare con Goethe che già introduceva al libro con queste parole: "(...) E tu, anima buona, che come lui senti l'interno tormento, attingi conforto dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi". Consiglio dunque la lettura a tutte le "anime buone" che sicuramente vi si riconosceranno.

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