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Non c'è pietà per Pallino
Siamo nella Russia del 1924. Il protagonista di questo romanzo è un randagio qualunque, neppure molto bello, anche se lui sospetta ce la nonna abbia peccato con un Terranova trasmettendogli un certo fascino.
Lo accompagniamo nel primo capitolo, appostandoci dentro la sua mente. Seguiamo i suoi pensieri, i commenti che fa su chi incontra, ne aprezziamo l'ironia canina e ci dispiaciamo per le sue vicenda di cane del sottoproletariato. Poi, ecco il colpo di fortuna negli eleganti abiti di un uomo con in tasca un pezzo di salame. Come non seguirlo scodinzolando fino a casa, accettare il guinzaglio, che dà ben più privilegi di quanto si immaginino.
Ma quello che è troppo bello.. è troppo bello e quindi prima o poi cambia. Così scopriamo che quel simpatico signore altri non è che un famoso medico che si occupa di sperimenare trattamenti per il ringiovanimento. Il povero cane, nel frattempo diventato Pallino è destniato a uno di questi esperimenti, che prevede l'impianto dell'ipofisi di un uomo. Contro ogni aspettativa del luminare l'esperimento riesce e anche in questo cso quado una cosa è troppo bella....
Così il nostro povero Pallino in pochi giorni si trasforma in Pallinovic: un uomo nell'aspetto, ma nella mente un incrocio delle miserie di un uomo e di un cane. La situazione non può che essere sfruttata per raccontarci episodi divertenti e situazioni paradossali. Il finale è amaro: cane mazziato e contento, professore contento e basta.
Sullo sfondo la situazione russa del periodo rivoluzionario. Comitati degli inquilini improbabili, che si approfittano del povero Pallinovic per vendicarsi del medico. Funzionari corrotti che vigilano solo fin dove fa comodo a loro. Burocrazie assurde con tanto di lessico burocratico altrettanto incredibile.
Un libro quindi di satira politica, di denuncia verso i rischi che si corre ad andare contro natura. Però è anche un volumetto piacevole da leggere con parecchi spunti per sorridere. Scritto tra l'altro da un medico che quindi è capace di dare credibilità a un intervento chirurgico decisamente improbabile soprattutto se pensiamo che stiamo parlando di un secolo fa.