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"...e ricomincia al solito ..."
“Pierre e Jean sarà un successo letterario, ma non commerciale. Sono certo che il libro è bello...ma è crudele, e questo non lo farà vendere”.
Con queste parole ad un’amica, Maupassant archiviava il suo romanzo consegnato al pubblico nel 1887, consapevole di un pensiero maturo e di un’estetica compiuta, come dimostra la prefazione intitolata “Il romanzo” che precede lo scritto. Egli si dibatte tra naturalismo, verismo, realismo ad enunciare che le opere vanno giudicate solo dal punto di vista del valore artistico , senza rimproverare all’artista la sua personale visione della vita la quale può essere frutto solo, ed esclusivamente, di una percezione relativa.
L’artista sarà solo colui che riuscirà a far percepire la sua personale illusione del mondo.
Il fatto che Maupassant, privatamente, fosse convinto della bellezza del suo romanzo la dice lunga sulla sicurezza artistica raggiunta e sulla consapevolezza della sua maestria.
Una famiglia della piccola borghesia vive a Le Havre, sono un padre, una madre e due figli già adulti, momentaneamente ricongiunti, a studi compiuti, ai loro genitori e in attesa di conquistare un posto onorevole l’uno come medico, l’altro come avvocato. Pierre, il maggiore e Jean il piccolo vengono rappresentati e nell’aspetto fisico e nel carattere in perfetta antinomia, subito vien da chiedersi come si svilupperà la loro relazione che si posa su basi fragili derivanti da un’infanzia nella quale il comportamento irreprensibile del minore ha fatto sempre da contraltare allo spirito più complesso del maggiore. Un’inattesa eredità a favore del più giovane spezza una tranquillità fatta di delicati equilibri, fragili compromessi, coesistenze di caratteri e personalità diverse, tutte abilmente giostrate nel breve spazio di questo siparietto dove con misurato equilibrio il nostro burattinaio fa muovere i personaggi. Punto focale è, per gran parte della narrazione, Pierre che avvelenato dalla scoperta di un terribile segreto, catalizzerà con i suoi pensieri e le sue azioni il lettore. Sarebbe però grave errore perdere di vista la rappresentazione, meno evidente ma centellinata con acutezza, dei pensieri e dei comportamenti degli altri che concorre a imbastire un microcosmo di affetti, umori, noie, gioie, risentimenti, accordi e disaccordi che solo una vera famiglia può restituire.
Mirabile rappresentazione di ogni famiglia. Si avverte certo l’ambientazione tutta ottocentesca, lo spirito dell’epoca , la rinnovata visione ipocrita della vita già restituita dalle opere precedenti, ma il succo non cambia: le passioni umane attraversano i cieli con un’attualità impressionante. I caratteri, i tipi umani, le emozioni, le gioie e i dolori vivono nella penna di un grande artista che restituisce una visione pessimista dell’esistenza ma profondamente condivisibile: “Il bacio colpisce come un fulmine, l’amore passa come un temporale e poi la vita ritorna calma come il cielo, e ricomincia al solito. Ci ricordiamo forse d’una nuvola?”
Imperdibile.
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Bel-Ami
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