Dettagli Recensione
Immenso nella sua brevità
Eviterò le tipiche introduzioni su trama e autore, tanto li conoscete tutti e sprecherei soltanto il vostro tempo. Andrò direttamente al sodo e cercherò di farlo il più brevemente possibile: la Metamorfosi è un racconto sconvolgente.
E non è affatto sconvolgente per quello che narra. Anzi, ne “La Metamorfosi”, eccetto per l’introduzione, le brevissime evoluzione psicologiche dei protagonisti e il finale, non accade praticamente nulla. E se ho dato 3 stelline al contenuto è proprio per segnalare questo: non è un difetto, non è neanche una carenza, è una proprietà intrinseca del racconto stesso, quella di avere ben poco in ambito contenutistico (perlomeno esplicito, ma a questo ci arriveremo più avanti). Cosa rende, quindi, un racconto cosi breve e cosi prevalentemente descrittivo cosi sconvolgente? Non è quello che viene narrato, non è il “cosa”, è il “come” a renderlo tale. Mai letto prima d’ora un autore capace di scrivere con tale asciuttezza, volontariamente freddo e distaccato come Kafka. La breve vicenda, ricca di particolari, ci è narrata con una tale quasi indifferenza da parte di Kafka, al punto tale da permeare quasi il racconto a tratti di un’ironia nera tutt’altro che universale e facilmente rilevabile, ed è questo che rende un racconto che di per sé sarebbe soltanto ottimo un capolavoro che merita di essere ricordato negli anni. In passato lessi definire lo stile di Kafka “asettico”, penso sia la definizione più adatta.
Prima parte della grandezza de “La Metamorfosi” è dunque lo stile, la seconda è rappresentata dal tema dell’alienazione che riesce cosi sottilmente ed allegoricamente ad affrontare. Impossibile che la vicenda di Gregor non porti il lettore a ragionare sul significato intrinseco della trasformazione del suddetto in un insetto. Gregor è, niente più e niente di meno, un escluso dalla società per le differenze che lo caratterizzano dalle stesse. E’ compreso, ed in parte accettato dalla famiglia, unico rifugio in cui un soggetto in queste condizioni può rintanarsi, ma è rifiutato da chi non lo comprende e da chi non accetta la sua diversità da loro. Il difficile rapporto di Gregor sia con la famiglia che con gli altri soggetti che si trovano ad osservarlo in quelle condizioni rispecchia anche in parte il difficile rapporto di Kafka col padre (leggasi: Lettera al padre), qui evidenziato nella figura di un genitore che gradualmente inizia a disprezzarlo sempre più, non conferendogli quell’affetto e quell’attenzione di cui ogni figlio necessità. E’ cosi che Gregor diventa non solo fisicamente, ma anche mentalmente diverso. L’isolamento lo rende il suo peggior alter ego, rendendolo ciò che egli stesso non vorrebbe essere. Si potrebbe parlare per giorni di tutti i rimandi allegorici e storici a cui “La Metamorfosi” può essere ricondotto. La grandezza di un classico, mi piace ripetere, è saper affrontare tematiche che negli anni sembrano sempre attuali, tematiche che sopravvivono nei secoli. Gregor è un bambino vittima di bullismo. Gregor è un clochard. Gregor è un uomo ingiustamente accusato di un crimine non commesso. Gregor è un figlio a cui non viene permesso di uscire di casa. Gregor è tutto ciò che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbiamo avuto modo di essere.
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Commenti
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Bella analisi, veramente.
Voglio solo esprimere il mio concetto di 'contenuto' di un'opera letteraria. Secondo me, esso non sta tanto nella 'quantità' di fatti esplicitati, ma nella profondità con cui si rappresenta una realtà, ovviamente anche simbolicamente o comunque con modalità proprie dell'arte. In questo caso sono proprio le modalità a rendere il libro sconvolgente e indimenticabile. La struttura del romanzo, poi, è eccellente.
Intanto è stata un'occasione per uno scambio di idee. Il bello dei "commenti" sta proprio in questo.
Leggo e rileggo il tuo post iniziale e mi convinco che volevi esprimere un giudizio sul contenuto di fatti che NON accadono nel racconto. Sotto quest'aspetto capisco l'osservazione... Ma non voglio certo pretendere di interpretare il tuo pensiero, ci mancherebbe.
In ogni caso, ripeto, bellissimo libro e bel commento.
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Giustissima, a mio parere, la notazione della freddezza e del distacco nello stile: il finale, sotto tale aspetto, ê bello quanto insopportabile.