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I tre moschettieri
 
I tre moschettieri 2015-07-08 22:02:07 Zomboide
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Zomboide Opinione inserita da Zomboide    09 Luglio, 2015
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Che bello quando un'autore sa ciò che sta facendo

Un giovane e focoso guascone, Charles d’Artagnan, giunge a Parigi con una lettera di raccomandazione per il signor Tréville, il capo dei moschettieri, l’esercito personale di Luigi XIII. Ma non tutto, o meglio nulla, va come previsto. Perde la lettera, si trova coinvolto in troppi duelli, si mette contro le guardie del potente cardinale Richelieu, e stringe amicizia con Athos, Portos e Aramis, i tre moschettieri del titolo. E da ii, il tutto, si fa ancor più avventuroso.
I tre Moschettieri, primo di una trilogia che prosegue con Vent’anni Dopo e Il Visconte di Bragelonne, è uno dei libri più famosi di sempre, un vero classico, apprezzato da quasi due secoli da, beh, chiunque abbia avuto il buon senso di leggerlo. E a ragione.
La trama è avventurosa e rocambolesca, piena di duelli all’arma bianca e dichiarazioni di coraggio. Qualsiasi cosa cerchiate in un libro di cappa e spada, qui la troverete: combattimenti, intrighi di corte, missioni segrete, avvenenti spie assassine e una donna da amare. Non solo pura azione, ma romanticismo, tragedie e perfino una guerra. C’è coraggio, abnegazione, la grande amicizia dei protagonisti, e una Francia del 1600, divisa tra complotti intestini per il potere, e i rapporti turbolenti con l’Inghilterra.
I personaggi sono indimenticabili, dai principali a quelli di contorno, appaiono reali e ben inseriti in una trama per nulla banale, ognuno fa la sua parte, e la fa pure bene. E tutto è ben diretto dallo stile irriverente di Dumas padre, in una delle sue opere più luminose. La lettura è davvero scorrevole, il testo semplice e immediato, nessuna inutile digressione, e, nonostante la mole, il libro fila via che è una meraviglia. Si ride, si piange, ci si diverte un mondo, e si arriva alla fine senza nemmeno rendersene conto. È un testo tanto moderno, che è quasi incredibile sia un’opera del 1844.
Se cercate qualcosa d’originale, nonostante l’età, e d’innegabile valore, l’avete trovato.
Che bello quando un'autore sa ciò che sta facendo.

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Bella recensione, è stato un piacere leggerti.
Federica.
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Zomboide
09 Luglio, 2015
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Beh, sono contento che ti sia piaciuta la recensione, spero solo di convincere più gente possibile ad avvicinarsi a un libro che merita davvero d'esser letto.
Bel commento: sintetico e scorrevole nonostante si parli di un classico di "peso".
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