Dettagli Recensione

 
La signora delle camelie
 
La signora delle camelie 2015-07-06 12:53:54 Bruno Izzo
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    06 Luglio, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Le quote rosa

In estrema sintesi, “La Signora delle Camelie” è una grande storia d’amore, una delle più belle storie d’amore mai scritte, una commovente intensa storia d’amore vissuta dai giovani Armand e Margherita, ma in particolare è la descrizione magistralmente esatta, accurata, veritiera della sublimazione, della devozione, della coerenza dell’amore di una donna verso il proprio compagno, indica quali vertici può giungere l’amore di una donna, l’amore di tutte le donne verso il proprio compagno, in diretta contrapposizione invece all’uomo e alla sua frequente superficialità, volubilità d’animo e di umori, all’egoismo espresso spesso in una smania di possesso assoluto e totale dell’altra persona, dimenticando che l’amore è condivisione e non assolutismo.
Perché esiste, lo si voglia o meno, una sottile ma profonda distinzione in base al genere: le donne amano, e niente altro, e tutto ruota intorno al bene dell’amato; gli uomini invece si innamorano, e la loro amata deve ruotare esclusivamente intorno a loro.
E questa semplice verità viene sottolineata e ribadita dalla persona stessa di Margherita, è una giovane donna alquanto diversa dalle sue coetanee, ma come lo stesso Dumas ricorda nel rigo finale del romanzo, se la storia narrata, di per sé semplice, non fosse però fuori dall’ordinario, non sarebbe valsa la pena di raccontarla.
“La signora delle Camelie” è Margherita Gautier, è la storia raccontata di una donna che si fa amare da tanti ma ama uno solo, che è ambita, richiesta ed usata nel corpo da tanti ma appartiene davvero, compiutamente, intensamente ad un solo uomo, l’unica che lei ama, il solo ad essere davvero innamorato di lei. Margherita è il prototipo dell’amore, sic et simpliciter: dalla Venere dell’Olimpo greco alla Pretty Woman del cinema di oggi, la dama delle camelie ama come solo una donna può fare. Per sensibilità, per istinto, per cuore, per dna, solo le donne interpretano nella sua vera essenza la parola Amore: tale concetto, semplice in sé, è rafforzato proprio dal fatto che Margherita è diversa dalle altre donne della realtà ordinaria, perché Margherita è una cortigiana, una mantenuta, una ragazza allegra, insomma quella che oggi le recenti vicende simil-politiche italiane ci hanno insegnato a definire una “escort”. Le escort appartengono a tutti, ma anche le escort, quando si innamorano, amano come solo una donna sa fare, e l’uomo amato è realmente l’unico uomo degno della loro totale devozione.
Margherita è una celebrità nel suo campo, famosa e sempre presente nei posti migliori dei più celebri teatri parigini con tre ornamenti: il binocolo per osservare l’opera, raramente usato intenta com’è a rispondere ai saluti ed agli sguardi d’invidia, di omaggio, di adulazione dei membri d’ambo i sessi della buona società parigina; un sacchetto di dolci, in genere uva candita, che i suoi ferventi ammiratori fanno a gara di procurare negli intervalli delle rappresentazioni, ed un mazzo di camelie, i suoi fiori preferiti, che la caratterizzano: perennemente bianchi, solo rossi durante i giorni del ciclo mestruale, a simboleggiare i giorni di disponibilità al meretricio.
Dunque, una delle più conosciute ed apprezzate accompagnatrici della Parigi della metà dell’800, una ragazza sorridente, perennemente sorridente, presa dai vortici di feste, spettacoli, prime teatrali, malgrado la tisi di cui è affetta, protagonista assoluta della vita mondana della capitale francese, corteggiatissima, desiderata ed ambita da tantissimi, invidiata e imitata nell’abbigliamento, nella toeletta, insomma una protagonista trendy della jet-society dell’epoca, mantenuta nell’agio, nello sfarzo e nella ricchezza dal miliardario di turno a cui concede certamente i suoi favori, ma spesso, assai spesso, facendolo disperare, indispettire, rifiutandolo e umiliandolo.
Perché Margherita si vende per vivere, sì, e per vivere bene, sfruttando la propria bellezza, la propria gioventù, l’avvenenza, la sua contagiosa gioia di vivere e di divertirsi; le circostanze della vita l’hanno costretta a vendersi, e tuttavia ella non rinuncia alla propria indipendenza di pensiero e di agire, non vende che il proprio corpo, non già la propria anima e meno che mai il proprio cuore, ella può essere di tutti ma non appartiene a nessuno che non sia lei a scegliere.
Margherita non è una donna viziosa, ma è una donna costretta a vivere, suo malgrado, con il vizio, per il tramite di una vita licenziosa da mantenuta, perché solo questa opportunità la vita le ha concesso; ma ella non piange, non si commisera, non recrimina, prende quanto di bello e buono trova in questa vita perché sa perfettamente, ed in concreto, quanto peggio potrebbe essere l’esistenza.
Margherita è una donna reale perché è una donna pratica, accetta la vita per come è e non come potrebbe essere. Come tutti, vorrebbe tutt’altra vita, vorrebbe una vita normale, essere magari casta e pura e vivere per un solo amore, costruirsi una famiglia, dei figli. Così non è stato, ed ella si prostituisce per vivere: non ne fa una tragedia, semplicemente ne prende atto, però in qualche modo riesce ad evitare di insozzarsi, è una mantenuta molto richiesta, ma lo è più per il suo ridere, il suo saper essere di compagnia, la sua voglia di vivere, il suo amore vero e genuino per la vita che per i suoi favori. Margherita sa perfettamente di essere condannata a vita breve dalla tisi che l’affligge, vita che sarà maggiormente abbreviata dagli stravizi a cui il suo stile di vita la costringe, non ne fa un dramma, non è incosciente, con semplicità vive, prova a vivere al meglio delle sue possibilità.
Margherita non è richiesta tanto per il piacere che procura, ma per la gioia che concede.
Ma ecco che Margherita si innamora: non di un giovane particolarmente bello, certo non è affatto immensamente ricco come gli altri suoi spasimanti, ma ha qualcosa che lei come donna apprezza di più di ogni altra ricchezza o lusso o gioiello, ha sentimento, ha interesse per lei come persona e non come, o solo come corpo, ha un cuore che trepida e soffre per lei, soffre sinceramente perché desidera essere amato da lei…e queste sono cose che Margherita apprezza, si commuove, sono le sole cose che una donna, qualsiasi donna desidera per davvero. Margherita stessa lo dice chiaramente: se gli uomini sapessero quanto più potrebbero ottenere dalle donne con una sola lacrima che con ricchi gioielli!
Per questo lei si decide, abbandona senza indugio agi e ricchezze, e dona quanto di più prezioso è in lei, la sua anima, ad Armand, Margherita ama e amerà fino alla fine solo Armand, sarà solo sua, come sempre lo era stata. Anche a sua insaputa.
Ma l’amore vive nella vita reale, e Margherita conosce bene la vita, vede ciò che Armand non vuole vedere. Margherita ama nella realtà, vede bene anche se innamorata, Armand è innamorato, ma dall’amore si fa accecare. Non vede oltre, non sente ragioni.
Perciò Margherita ci prova a togliergli le bende dagli occhi, gli fa capire che l’amore non cancella la realtà, la rende tollerabile ma non elimina la verità dei fatti, con la vita reale i conti vanno fatti, prova a fargli vedere che lei è Margherita Gautier, e chiunque passi per strada può essere qualcuno che con lei si è accompagnato, e può dirlo, può sorriderne, può vantarsene, ha pagato un prezzo per questo: può Armand ignorarlo?
Può vivere come se nulla fosse, come fosse la loro una normale relazione? Certamente no, non per l’epoca, per i costumi, semplicemente no per la vita reale! La vita non è una favola.
Nessuna donna sceglie volutamente di essere una cortigiana, è costretta a scegliere di esserlo: e da quel momento, sa perfettamente che del mondo, non conoscerà mai l'amore con la A maiuscola, non è possibile, avrà solo amanti, e non amori, amanti che la cercheranno solo per soddisfare la loro vanità. Ma l’amore no. Non è per loro.
Per mantenere il suo stile di vita, di cui Armand è partecipe, per la realtà della sua esistenza, Margherita ricorre ai soli mezzi che conosce: può quindi offrirsi ad Armand solo come amante, un amante privilegiato, un amante gratuito, ma comunque sua solo nell’anima!
Armand non capisce, è roso dal dolore, dalla gelosia, vuole Margherita solo e soltanto per sé, come per tutti gli uomini per lui l’amore è possesso esclusivo da non dividere con niente e con nessuno, e non sa, non vede, non comprende, non capisce o non riesce a capire quanto maggiore è il dolore della ragazza, quanto più grande, più forte, più sublime e disinteressato è l’amore di Margherita!
Non è il solo a volere il possesso dell’altro! Anche lei, certo, lo vorrebbe solo per sé; anche lei lo vorrebbe, se solo fosse possibile rinascere, rivivere in un altro tempo, in un’altra dimensione dove lei fosse ancora la semplice Margherita ragazza di campagna, e non la cortigiana Margherita! Perciò ella vorrebbe essere solo la sua amante, fino al giorno in cui Armand, stanco di lei, può riprendere con tranquillità il suo posto ed il suo ruolo nella società, lasciandola con un pugno di mosche come spesso succede a quelle come lei! Margherita non è pessimista, è realista: non è infelice, è felice solo di vivere una breve parentesi con Armand, e niente altro: non chiede nulla al giovane, e gli offre tutto di sé, desidera e si preoccupa del bene presente e futuro di Armand. E perciò si preoccupa di lui, perciò tenta di spegnere la passione che è tra loro, perciò cerca di allontanare il giovane e di allontanarsi da lui: l’amore è un incanto ma Margherita è disincantata, perché il suo amore è reale, ed è reale perchè vive nella realtà. Sa bene come gli uomini, quando sono amanti, dimenticano presto e presto si procurano altre compagnie, e quando sono innamorati sono ciechi e accusano, e rinfacciano, e tormentano presi dalla loro smania di possesso assoluto. Si sentono traditi, sentono il passato dell’amata come un tradimento volutamente perpetrato nei loro confronti; e lo rinfacceranno, accuseranno alla minima contrarietà, lo tireranno fuori ingiustamente e crudelmente.
“La Signora delle Camelie” non è un romanzo da riassumere o da commentare: esso è semplicemente da leggere. Per commuoversi. Per piangere. Per capire cosa significa davvero amare.
Le pagine finali, in forma epistolare, sono talmente commoventi da non perderle assolutamente. Soprattutto per i lettori maschi. Aiutano a capire l’universo femminile, il migliore.
Lo dice chiaro Dumas:
"...da quel giorno non ho più saputo disprezzare una donna a prima vista".

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
...un qualsiasi testo d'amore: questo ne è uno dei migliori in assoluto.
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

1 risultati - visualizzati 1 - 1
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Ciao Bruno.
Il tuo commento è molto bello ed ha spezzato un mio pregiudizio : non ho mai letto questo libro perché pensavo fosse un romanzo frivolo.
1 risultati - visualizzati 1 - 1

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'attesa
Papà Gambalunga
I misteri di Udolpho
Guerra
Il violino del pazzo
In affitto
In tribunale
Bandito
La fattoria delle magre consolazioni
Il possidente
Le torri di Barchester
Deephaven
Racconti di pioggia e di luna
La casa grigia
Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti
L'uccello nero