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Cyrano de Bergerac
 
Cyrano de Bergerac 2015-06-29 08:08:27 Belmi
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    29 Giugno, 2015
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Basta con "i belli che non ballano"

Cyrano de Bergerac è un’opera teatrale composta da cinque atti. Avendone già letti altri di questo genere, all’inizio ero un po’ perplessa. L’opera si apre con “il teatro nel teatro”; non è un gioco di parole, la prima scena si svolge proprio in un teatro, con numerosissimi personaggi che ti lasciano disorientata al punto da renderti difficile immaginare la scena rappresentata.

Ma Rostand riesce a mettere chiarezza quasi subito ed a farti entrare nel vivo dell’opera presentandoti e delineandoti bene, i personaggi principali.

Primo fra tutti Cirano, cadetto di Guascogna (gradassi e mentitor senza vergogna), impavido, orgoglioso, fedele e soprattutto poeta. Un uomo, Cirano, perdutamente innamorato della bellissima cugina Rossana, a cui però non si è mai dichiarato a causa del suo aspetto (Voi…voi…avete un naso eh..molto grande). Rossana, oggetto del desiderio di molti uomini, è una donna incline alla bellezza ma che cerca anche la sostanza. Cristiano, appena diventato guascone, è un uomo con un aspetto felice, ricambiato dalla bella Rossana ma che ben presto capisce che senza l’aiuto di Cirano (e delle sue parole) può far ben poca cosa. Molti altri sono i partecipanti all’opera davvero ben fatta.

Rostand ci lascia con la sua opera, una lezione molto importante. Non solo ci fa capire l’importanza dell’amicizia e delle fedeltà, ma soprattutto ci apre gli occhi su un tema molto in voga oggi. Un uomo che è “bello ma non balla” ovvero che oltre alla bellezza non ha altra sostanza, è veramente un uomo di poco conto. Ci insegna l’importanza e la potenza dei sentimenti e di come le parole possano scaldare il cuore.

Un’opera sentita, ricercata e coinvolgente che non può deludere il lettore appassionato di teatro, di poesia e di storie di un tempo.

“..Ahimè, che strano pizzicore mi sento nel petto! O bacio, o convito d’amore il tuo Lazzaro io sono! Quaggiù di te mi scende una briciola; io sento che un poco il cor ti prende. Poi che su quella bocca le sue labbra tremanti baciano le parole ch’io dissi poco avanti.”

“La casta Penelope, anche lei, non sarebbe rimasta a ricamar tranquilla sotto il suo tetto, se Ulisse avesse scritto lettere come te. Ma per cercarlo avrebbe, al par d’Elena insana, mandato a spasso i suoi gomitoli di lana.”

Lo consiglio.

Buona lettura!!!

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