Dettagli Recensione
Unico cibo: l'amore
“È bello fare banchetti nella fantasia (...) Hanno un sapore migliore di quelli reali.”
Realtà e fantasia sono i protagonisti di questo scritto. Quanto la dimensione del reale è ostica, tanto la visione onirica, demistificatrice e fantastica ne aiuta l’accettazione.
Jan, un pover’ uomo già avanti negli anni, sposa Katrinna; è alle dipendenze di ricchi signori e vive di un duro lavoro in una terra sospesa anch’essa tra realismo e fantastico: le valli delle Askedalar nel Varmeland, regione centrale della Svezia trapuntata da laghi, circondata dai boschi, sospesa tra cielo e terra ma soprattutto isolata e con una forte tradizione orale che anima di fantastico ogni paura.
Il romanzo è la sua storia: nasce come uomo il giorno che il caso inaspettatamente le regala una figlia che subito ha il potere di elevarlo alla condizione di uomo buono. La sua piccola è eccezionale e tutta la prima parte del romanzo è tesa a descriverne il suo essere e il suo ascendente nei confronti del padre. Il binomio padre- figlia aiuta a percepire la potenza dell’amore: nobile sentimento che permette di superare le difficoltà della vita, di perdonare le cattiverie altrui, di soprassedere ai torti perché intimamente in pace con se stessi e con il mondo. La piccola Klara Gulla è armonia e pace per l’attempata coppia genitoriale e vive pian piano non tanto di una sua autonoma rappresentazione quanto, e questo il lettore lo scopre progressivamente, di tutte le proiezioni che l’amore dei genitori sa e può produrre. La sua volontaria lontananza dai luoghi natii e il suo aspettato quanto mai irrealizzato rientro, concorrono a dare una svolta alla precedente parte. La seconda vede dunque scivolare il nostro buon garzone in una dimensione fantastica, onirica, magica e meravigliosa che solo la pazzia può condensare: Jan diventa imperatore per stare al passo con il frutto della sua fantasia. Trasfigura se stesso per oggettivare l’irreale e il fantastico che danno l’unica spiegazione possibile a ciò che gli sta accadendo. Della figlia si dice tutto il male del mondo, il padre deve compiere il necessario adattamento: è divenuta imperatrice e presto tornerà.
Il romanzo vive di un implicito respiro fiabesco, lo stile è dunque avvolgente e delicato mentre rappresenta un territorio lontano e selvaggio, l’asservimento del debole, l’ordine delle cose governato dalla natura o da pochi ricchi potenti, delicati equilibri che si rompono con emancipazioni giunte da luoghi lontani. La dimensione religiosa è pervasiva e contribuisce a comprendere il tutto, dai troll all’aldilà.
Scritto della maturità della maestrina del Varmeland già insignita del Nobel, rappresentazione di uno spaccato di vita di fine ottocento, richiama vissuti personali anch’essi accarezzati e trasfigurati e ha il potere di far ripensare ad uno dei legami più forti nel corso della nostra esistenza, nel bene e nel male, quello con i nostri genitori. Profondamente scossa e commossa dalle ultime pagine ne consiglio caldamente la lettura: non potrà che farvi bene.
Indicazioni utili
Pirandello
Rigoni Stern
Commenti
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Grazie. per averlo così segnalato.
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