Dettagli Recensione
Il buono e i cattivi.
“La bellezza salverà il mondo”, così diceva Ippolit nel suo monologo (vaneggio?) rivolto al principe Myskin, ed è questa la frase più conosciuta e probabilmente iconica del grande romanzo di Dostoevskij. In realtà poi nel corso del romanzo ci accorgiamo che di bello nei vari personaggi che incontriamo c’è ben poco. Solo lui, il principe Lev Nikolaevic Myskin, è degno di questa frase, e viene anche però bollato con l’appellativo di “Idiota”. Sia chiaro che lo scrittore russo quando diede questo titolo alla sua opera non si riferiva al significato in senso stretto, ma a quello secondario, cioè “malato, affetto da un morbo”, e questo era dovuto ai vari comportamenti del principe Myskin quando si trova a tu per tu con altre persone. Il principe Myskin infatti incarna la semplicità, la genuinità, la spontaneità. E’ ingenuo come un bambino ed ogni sua reazione agli occhi degli estranei appare come un problema agli occhi degli interlocutori, che così lo bollano come “Idiota”. A distanza di quasi 150 anni la frase “troppo buono = stupido” non vi suona ancora molto attuale?
La trama del romanzo è molto semplice, il principe Myskin torna a Pietroburgo dopo essere stato in cura per l'epilessia in Svizzera, finalmente è guarito e vuole tornare in patria dove lo aspetta una cospicua eredità. Qui conosce però diversi personaggi, primo tra tutti una donna di cui si innamorerà, Nastasja Filippovna. Natasja è una donna molto bella, e anche grazie alla sua dote, attira l’attenzione di diversi uomini. Oltre a Myskin infatti, che prova un amore sincero per la donna, sono interessati a lei (per motivi economici) anche Ganja (il segretario del generale Epancin, colui che ospita inizialmente Myskin) e Rogozin (cinico e spietato mercante). C’è però un’altra donna per cui il principe prova un amore sincero, ed è una delle tre figlie del generale, Aglaja, e che diverse volte lo metterà in contrasto con la madre Elizaveta e con Natasja stessa. Il romanzo racconta di questa travagliata storia d’amore del principe che cercherà in tutti i modi di sposare Natasja,e proprio quando era sul punto di farlo…
Come detto all’inizio, in questo romanzo vi è solo un personaggio buono, ed è il protagonista, per il resto anche il più “pulito" sta comunque tramando qualcosa, e su questo c’è forse un’anticipazione ai Fratelli Karamazov, dove come si scopre alla fine, ognuno ha una sua colpa sull’omicidio. Il contrasto che Dostoevskij ci vuole presentare è quello più antico, il bene contro il male, il buono contro il cattivo. Qui usa però un’iperbole, il buono è così buono da sembrare innaturale, fuori dal mondo, alienato, stupido appunto (agli occhi degli altri). Forse è il romanzo meno policentrico di tutti quelli più importanti, sebbene comunque i personaggi rilevanti siano diversi, ma la contrapposizione Myskin-Resto del mondo è senza dubbio la parte principale della storia.
Come al solito non macano i monologhi, interiori e non, dei personaggi, che poi come si sa non sono nient’altro che l’esposizione delle idee dell’autore su diverse questioni. E’ presente come sempre quella sulla religione, ma questa volta quella che mi ha colpito di più è la riflessione che il principe fa al maggiordomo sulla pena di morte, un pensiero veramente elevato e illuminante.
Devo dire onestamente che tra i tre romanzi più famosi, e cioè questo, Delitto e Castigo e i fratelli Karamazov, questo probabilmente è quello che mi è piaciuto meno (ma sempre tantissimo) forse perché ho notato più situazioni stabili (le classiche cene o riunioni casalinghe) che venivano riempite di monologhi e rallentavano un po’ il racconto, ma credo sia solo un mio gusto personale e logicamente il libro resta uno dei capisaldi della letteratura russa dell’800.
In conclusione la storia del principe Myskin va sicuramente letta, è una riflessione lunga 500 pagine di come spesso la bontà nel mondo venga confusa in stupidità, e al contrario di altri romanzi di Dostoevskij qui non c’è la redenzione finale, qui l’amore non vince tutto come in Delitto e castigo, qui paga uno per tutti, paga chi non ha colpe. Conviene quindi essere buoni in un mondo di cattivi?
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Commenti
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Ferruccio
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Fra i grandi romanzi dell'autore non hai citato ''I demoni'' , romanzo nero, forse il più bello.
''L'idiota'' è pregevole, ha come protagonista uno dei personaggi maschili più belli di tutta la letteratura.