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I turbamenti del giovane Torless
 
I turbamenti del giovane Torless 2015-06-06 09:34:28 Bruno Elpis
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    06 Giugno, 2015
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“In solitudine tutto è permesso”

Ne “I turbamenti del giovane Törless” Robert Musil rappresenta la carica oscura e per certi versi turpe che sostiene la crescita sentimentale ed emotiva in quella fase della vita – l’adolescenza – che è oggetto d’attenzione dei cosiddetti romanzi di formazione.
La storia si svolge in un prestigioso collegio asburgico, ove il protagonista vive il dramma della temporanea separazione dai genitori in balia dei tumulti interiori, emozionali e intellettuali, e sotto il giogo delle dinamiche collettive che si scatenano nella prima esperienza totalizzante di vita consortile (“La notte però la gelosia con cui sorvegliava Reiting e Beineberg non lo lasciava dormire”).
Nonostante la personalità complessa e cerebrale (“Considerava inevitabile che una persona con una vita intima ricca e variata avesse dei momenti di cui gli altri non dovevano saper nulla, e ricordi da tenere in ripostigli segreti”), il giovane Törless partecipa alle intemperanze dei compagni, dapprima con animo contrastato frequentando una prostituta(“Törless divorava Božena con gli occhi, e nello stesso tempo non poteva togliersi dalla mente sua madre”), poi soggiacendo alle sottili insidie che gli esemplari dominanti - Beineberg e Reiting- continuamente tendono ai danni del più debole Basini (“Basini non era che un sostituto, un oggetto provvisorio del suo desiderio”), vittima di ricatti crudeli e pericolosi.

In questo campo di forze contrapposte(“Nel dormitorio si udiva soltanto il respiro tranquillo e regolare dei ragazzi…”), l’adolescente si dibatte tra i problemi filosofici (“L’infinito… in quella parola v’era qualcosa di terribilmente inquietante… un concetto addomesticato… e adesso ad un tratto si era scatenato”) e matematici (“L’idea dell’irrazionale, dell’immaginario, le linee che sono parallele eppure s’incontrano nell’infinito, dunque s’incontrano, in qualche luogo, semplicemente mi sconvolge!”), sperimentando la potenza dell’irrazionale che esplode con la complicità del luogo (“Non per la seduzione a cui era soggiaciuto – negli istituti non è cosa tanto rara”) e delle situazioni (“Törless ascoltava il respiro dei dormienti. C’era quello di Beineberg, quello di Reiting, quello di Basini: ma come distinguerli?”). Nel segreto di un solaio si celebrano così le torbide sedute nelle quali le personalità in formazione sperimentano spietatamente il gusto del predominio (“E come pensi di fare a impadronirti della tua anima?”) portato all’eccesso nella sopraffazione (“Morire non ci è alieno come tu credi. Moriamo ogni giorno, nel sonno profondo, senza sogni”).

La parte più interessante del romanzo, insieme alla descrizione fenomenologica dei turbamenti, è la reazione che Törless oppone alle imposizioni del branco, contrapponendo il proprio spirito (“Era la tenerezza mista a malinconia che noi sentiamo verso un passato conchiuso, quando nell’ombra delicata e pallida che ne emerge, con le mani colme di fiori mortuari, riscopriamo dimenticate somiglianze con noi stessi”) alla violenza, fisica e psicologica, e individuando per autodeterminazione la strada da percorrere per transitare verso la vita critica.

Bruno Elpis

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Commenti

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Io sto leggendo con molta molta calma L'uomo senza qualità. Un autore che indubbiamente è un "must".....Bel commento, Bruno!
In risposta ad un precedente commento
Bruno Elpis
06 Giugno, 2015
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Anna M. anch'io ho messo in wl il capolavoro di Musil, che non ho mai letto. Auguri anche da qui. :-)
Hihihi...hai valutato come me...che sorpresa! Pensavo avresti gradito di più! A breve sarò più libera e mi dedicherò anche io allo studio (mi sa che non si può parlare di semplice lettura ) de "L'uomo senza qualità": i due tomi mi aspettano da tempo. Ciaoooo
In risposta ad un precedente commento
Bruno Elpis
06 Giugno, 2015
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Ciao Laura, per la piacevolezza ero indeciso tra 3 e 4, poi ho assegnato 3 perché ho trovato la prima parte del romanzo un po' pesante. La seconda parte mi è piaciuta molto (forse a Musil ci si deve anche un po' abituare). Allora ci ritroviamo tutti con "L'uomo senza qualità" :-)

24 Agosto, 2017
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Io personalmente non paragonerei la scrittura di un autore come Musil ad un banale libro Young Adult di ultima generazione come "Ragazzo da parete"... Insomma, a parte il tema sull'adolescenza non ci trovo proprio nulla in comune. Poi vabbè, questa è solo una mia opinione.
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