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C'era una volta, nelle lontane terre del nord ...
L’imperatore di Portugallia è un romanzo scritto nel 1914 da Selma Lagerlöf (1858-1940), importante scrittrice svedese che vinse il premio Nobel nel 1909.
Jan, un povero bracciante che vive con la moglie Kattrinna in un luogo sperduto della Scandinavia, diventato inaspettatamente padre, si scopre un fortissimo attaccamento alla sua unica figlia, Klara Gulla.
Sul tema di questo grande amore, si sviluppa una storia apparentemente semplice e tuttavia precisa, nitida, intensa e ricca di emotività.
La forza dell’amore paterno, così grande e potente, diventa follia, cecità, chiaroveggenza, trasfigura una realtà troppo brutta per essere sopportata e la trasforma in sogno e poesia.
Capitoletti brevi, personaggi appena stilizzati, atmosfera fiabesca (siamo nella terra dei Troll) caratterizzano questo interessante e godibile romanzo, ma si avverte anche un profumo di nordica severità luterana, qualche nota agrodolce di moralismo didascalico alla De Amicis (in fondo il libro è stato scritto in un’epoca che non aveva ancora conosciuto due guerre mondiali e la frantumazione dei valori compiuta dal “secolo breve”) e, volendo esagerare, una pallida eco di un Re Lear, meno grandiosamente tragico, più tenero e mansueto, eppure a suo modo indimenticabile.
Ad avvolgere tutto ci sono le forze della natura, i boschi, il freddo e la luce delle terre del nord.
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