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Gita al faro
 
Gita al faro 2015-02-15 16:30:45 Giuliacampy
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Contenuto 
 
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Giuliacampy Opinione inserita da Giuliacampy    15 Febbraio, 2015
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Il faro che riporta alla luce l'interiorità degli

(Attenzione: spoiler! Per quanto mi riguarda non guastano comunque la lettura del libro).

"Gita al faro" è il primo libro che leggo di Virginia Woolf e sono certa che sarà seguito da una lunga di serie di altre opere di questa fantastica autrice. Già dopo aver sfogliato poche pagine ho subito capito che sarebbe stato un romanzo che mi avrebbe suscitato forti emozioni e che non avrei mai dimenticato, e così è stato. E' difficile scrivere un'opinione su un'opera tanto perfetta sotto ogni punto di vista: la raffinatezza stilistica che conferisce alle frasi quel suono vago e fluttuante tipico delle poesie; la semplicità di una storia che non è fatta di eventi complessi e sviluppi intricati, ma dai pensieri mutevoli e dall'interiorità misteriosa degli esseri umani, dalle loro paure, dal loro senso di insoddisfazione e dal loro modo di vedere il mondo che li circonda. Quasi nulla accade concretamente, perché i protagonisti del romanzo non sono individui ma idee, sensazioni che viaggiano liberamente attraverso il tempo e raccontano così una storia infinita e fluttuante, come le onde del mare che separa l'abitazione dei Ramsay dal faro. Tuttavia il lettore avverte l'orrore della guerra, la sofferenza della morte attraverso l'avvicendarsi delle stagioni, la Natura che, imperturbabile, continua ad evolvere, a fare il suo corso, mentre l'uomo sembra paralizzato, immerso in una realtà dalla quale vuole fuggire, alla ricerca di un'identità che non riesce più a trovare perché ormai lo specchio su cui era solito contemplare il suo riflesso si è rotto: il mondo è in frantumi e le poche certezze che possedeva sembrano essere svanite per sempre.
Ogni personaggio emerge perfettamente attraverso una parola, uno sguardo, un movimento che delinea la sua personalità in modo eccezionale. La signora Ramsay, con la sua elegante bellezza che conquista chiunque la osservi anche solo per un istante e che potrebbe essere ammirata per mesi o decenni perché non è quella bellezza esagerata, eccentrica che tende a sopraffare, ma è delicata, antica e nonostante ciò, senza tempo. Una donna che si serve del proprio fascino per tenere unita la famiglia, per rendere la vita un po' meno amara e la casa più confortevole. Tuttavia la signora Ramsay non è solo questo, anche se gli ospiti e lo stesso signor Ramsay sembrano ignorarne completamente il lato intellettuale, anche lei ne possiede uno articolato e misterioso. Colei che non fa altro che pensare al matrimonio ma che brama segretamente un'eterna giovinezza ogni volta che si ferma ad osservare il figlio prediletto, James; colei che probabilmente non crede in Dio ma che inaspettatamente, ha dato ai due corvi dei nomi che appartengono alla tradizione religiosa, Giuseppe e Maria; colei che tenta di fissare degli attimi, dei brevi istanti nel flusso irrefrenabile della vita, celando le proprie profonde riflessioni dietro un semplice lavoro a maglia.
Dall'altra parte emerge il marito, un uomo che appare come un tiranno con la sua autorevolezza e con quella superiorità intellettuale che lo rende forte ma vulnerabile al tempo stesso perché lo costringe a soddisfare un'aspettativa che non sempre è in grado di sopportare. Dietro quella maschera di sicurezza impenetrabile, il signor Ramsay nasconde un'anima fragile, incerta sulle proprie reali capacità e ricca di amore e ammirazione per una moglie bellissima. I due coniugi comunicano con un linguaggio fatto di sguardi che, tuttavia, non riesce a renderli mai completamente consapevoli del sentimento di affetto e stima che provano l'uno per l'altra. Ad osservarli dall'esterno, con i suoi piccoli occhi orientali, c'è Lily Briscoe, una donna che preferisce l'arte al matrimonio e che continua a provare una dolce invidia per la signora Ramsay anche dopo la sua morte. Lily che è pervasa da un lacerante senso di inadeguatezza e perseguitata dalle parole taglienti di Tansley, il quale afferma sarcasticamente che le donne non sono in grado di scrivere né di dipingere. Nonostante ciò, Lily non potrà mai smettere di essere un'artista, perché l'arte è qualcosa che è indissolubilmente legato alla nostra anima e nessuno può liberarsene; pensare all'albero che dovrà disegnare per completare la sua opera, è fonte di conforto, le dà sicurezza in quelle situazioni in cui si sente diversa, isolata dalla realtà che la circonda. Quel dipinto che terminerà solo dopo anni, quando ormai nulla è più come prima, è una massa indistinta di colori ed emozioni che esprimono perfettamente l'evoluzione disordinata e caotica delle vicende dei Ramsay. La gita al faro impedita dalla pioggia, dopo la guerra, dopo l'abbandono della casa, dello scialle verde che continua ad ondeggiare mosso dalla brezza, giungerà a compimento solo alla fine per volontà indiscutibile del signor Ramsay. Così, mentre il tempo sembra essersi fermato, congelato per anni in quella casa, mentre il resto del mondo combatteva contro il nemico, quando il ghiaccio finalmente si scioglie e il signor Carmichael sta ancora leggendo con il calore emanato dal suo lume, Lily si rende conto che in realtà niente è più come prima. Non le resta che pensare al dipinto, per completarlo, consapevole del fatto che, anche se rimarrà chiuso in una stanza, ricco di polvere e oscurato dal buio, sarà comunque una forma d'arte e in quanto tale eterna, sopravvivendo a quella bellissima donna che invece era destinata a perire.
Potrei spendere fiumi di parole su questo incredibile romanzo, ma rischierei di inoltrarmi anch'io in quelle acque misteriose che separano la terra dal faro, quello stesso faro che nei giorni di sole o di tempesta rimane sempre lì, immobile, gettando una debole luce sull'interiorità dell'uomo, sui suoi desideri nascosti, perché è questa la caratteristica che accomuna tutti i personaggi: ciascuno di essi con atteggiamenti e idee differenti, porta dentro di sé un lato della propria anima che non mostra a nessuno, un senso di insicurezza che emerge impercettibilmente dalle sue azioni ma che tenta ad ogni costo di seppellire nelle terre più profonde del proprio io, forse perché ne prova vergogna, o forse perché ne è troppo geloso per condividerlo. In ogni caso alla fine ci troviamo di fronte alla storia di esseri umani con i quali è inevitabile identificarsi, perché manifestano la stesse debolezze e le stesse virtù di qualsiasi uomo di qualsiasi epoca.

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Commenti

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Che bella recensione, Giulia !
Anche per me la lettura di questo libro è stata entusiasmante (condivido pienamente la valutazione che gli hai attribuito). Molte delle sensazioni che hai espresso le ho provate anch'io. E' uno di quei libri la cui lievità e profondità ti rimangono dentro.
In risposta ad un precedente commento
Giuliacampy
15 Febbraio, 2015
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Grazie! Sì è vero, è uno di quei libri che credo leggerò più di una volta, perché da ogni lettura emergerà sicuramente qualcosa di nuovo!
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