Dettagli Recensione
L'amor tragico
“Questa mattina porta una pace che rattrista; nemmeno il sole mostrerà la sua faccia. Andiamo via da qui, a ragionare di questi dolorosi avvenimenti. Per alcuni sarà il perdono, per altri il castigo immediato: poiché mai storia fu più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo.”
Superfluo soffermarsi sulla ben nota trama di una delle più celebri tragedie shakespeariane, che col suo linguaggio altamente poetico ha consegnato al mondo alcune delle più amate pagine della letteratura romantica di tutti i tempi. Particolarmente significativi sono i celeberrimi paragoni tra la fanciulla amata e il Sole sorgente, contrapposta all’invidiosa Luna, o l’inno alla luminosità degli occhi di Giulietta, in grado di sostituire più che degnamente le stelle della volta celeste. Di forte impatto è inoltre il costante contrapporsi di giorno e notte, il cui simbolismo è giocati a ruoli invertiti: la luce vede sangue e scontro, l'oscurità il trionfo segreto dell'amore nel suo florido splendore.
Nell'acceso dibattito sulla classificazione dell'opera si è detto, giustamente, che questo dramma si distacca notevolmente dalle grandi tragedie shakespeariane. Ciò che quasi concordemente si riconosce come l’elemento più tragico nel periodo della maturità di Shakespeare è la libertà degli eroi protagonisti, i quali autodeterminano il loro destino secondo le loro azioni e i loro pensieri. Ciò non accade in "Romeo e Giulietta": sui personaggi aleggia un’imperscrutabile sorte che porta ad eventi tragici, andando al di là del volere umano.
Talvolta si è fatta rientrare la tragedia nei morality plays, opinione secondo cui l’insegnamento prodotto dalla vicenda drammatizzata sarebbe la necessità di controllare i propri istinti, riconduncendoli alla ragione. A sostegno di tale tesi si potrebbero riportare le celebri parole di Frate Lorenzo, invito alla moderazione: “Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si consumano al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così.” La tragedia parte infatti dall’idea dell’amore, indubbiamente la più grande passione dell’uomo, che viene analizzata sotto il filtro dell’esperienza di Romeo. Questi appare inizialmente in preda alla sofferenza per l’amore negatogli dalla casta Rosalina, su cui il giovane ha proiettato il suo sentimento, che appare idealizzato in una serie di immagini ossimoriche e contrastanti come lo è l’amore: “L'amore è una nuvola che si forma col vapore dei sospiri: se la nuvola svanisce l'amore è un fuoco che brilla negli occhi degli amanti; se s'addensa ai venti contrari può diventare un mare che cresce con le lacrime dell'amante. E che cos'è l'amore, se non una pazzia mite, un'amarezza che soffoca, una dolcezza che dà sollievo”. L’incontro con Giulietta gli rivelerà invece l’astrattezza di tale idea: la giovane Capuleti concretizzerà in sé l’immagine di bellezza e di luce in cui si specchia la passione amorosa, insegnando a Romeo ad amare non solo con la mente e con la parola, ma soprattutto con occhi e cuore. Quella che coinvolge i due protagonisti è stata definita una cotta adolescenziale, poiché presenta tratti come l’incapacità di attendere e l’idea di un amore perfetto ed eterno, per quanto giovane ed evidentemente sconosciuto; una cotta destinata fin dall’inizio a un annunciato esito tragico per la sua stessa intensità, contrapposta ai condizionamenti esterni provenienti dalla situazione delle famiglie. Paradossalmente solo nella morte, l’amore di Romeo e Giulietta raggiunge l’apice della sua realizzazione.
Commenti
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
Ordina
|
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |