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Il mercante di Venezia
 
Il mercante di Venezia 2015-01-22 13:53:13 siti
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
5.0
siti Opinione inserita da siti    22 Gennaio, 2015
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Divertente riflessione

La tragicommedia divisa in cinque atti e ambientata tra Venezia e Belmonte è un testo vivace, originale e godibilissimo. Nel mutar di una scena, nell’ammiccar di un servo, nel rincorrersi dei doppi sensi linguistici, nel delinearsi chiaro e vivace dei pochi protagonisti si assiste,come se si fosse in prima fila, allo spettacolo. La trama vive di una vicenda essenziale: Antonio si indebita con l’ebreo Shylock per facilitare l’amico Bassanio , pretendente di Porzia, ricca ereditiera, gravata da scelta paterna a prender marito attraverso la prova dei tre scrigni a mo’ di lotteria. Chi, fra i pretendenti, sceglierà quello giusto godrà della donna. Antonio cadrà in rovina e si ritroverà nell’impossibilità di saldare il debito la cui mancata restituzione prevede in cambio una libbra della sua carne viva. Altri due destini femminili, di natura squisitamente amorosa, si intrecciano al filone principale arricchendolo di intrecci, sagaci scambi di battute, complicazioni e scioglimenti finali. La materia così vivacemente rappresentata porta alla ribalta alcune tematiche di ben più profonda riflessione: l’amicizia, l’amore, il destino femminile, la peculiarità dei ruoli sociali, la differenza tra i vari ceti, la nobiltà d’animo, il valore del silenzio e l’importanza delle parole. Banalità e vanità a confronto sul filo di una parola. La ricchezza mercantile fa da sfondo ad un mondo rappresentato dall’etica del guadagno in balìa del mare o del proprio animo capace solo di accumulare o di perdonare.
L’avidità, il limite, la cattiveria condensate nell’ebreo, quasi a far apparire un atteggiamento antisemita, in realtà sono difetti trasversali a tutti i personaggi, ebrei e cristiani, ma diversamente dosati per poi essere calibrati da un inatteso giudice che interpreterà al meglio la legge terrena , quasi a far da bilancia agli errori umani, integrandola con quella divina di qualsiasi origine essa sia (ebrea o cristiana). E quali migliori parole, se non queste, a farci capire un semplice e molto chiaro pensiero?

Shylock , scena I, attoIII

“M’ha sempre maltrattato come un cane
(...) E ciò perché? Perché sono giudeo.
Non ha occhi un giudeo?
Un giudeo non ha mani, organi, membra,
sensi, affetti, passioni,
non s’alimenta dello stesso cibo,
non si ferisce con le stesse armi,
non è soggetto agli stessi malanni,
curato con le stesse medicine,
estate e inverno non son caldi e freddi
per un giudeo come per un cristiano?
Se ci pungete, non facciamo sangue?
Non moriamo se voi ci avvelenate?
Dunque, se ci offendete e maltrattate,
non dovremmo pensare a vendicarci?
Se siamo uguali a voi per tutto il resto,
vogliamo assomigliarvi pure in questo!
Se un cristiano è oltraggiato da un ebreo,
qual è la sua virtù di tolleranza?
L’immediata vendetta! Onde un ebreo,
nel sentirsi oltraggiato da un cristiano,
come può dimostrarsi tollerante
se non, sul suo esempio, vendicandosi?
Io non faccio che mettere a profitto
la villania che m’insegnate voi;
e sarà ben difficile per me
rimanere al disotto dei maestri.”

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Commenti

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Hai colto benissimo tutti i punti salienti!
Bravissima, Laura, non solo per il commento, ma anche per il brano riportato. Qualsiasi cosa si dica, Shakespeare dice di più. E, con poche battute, riesce a parlarci attraverso i secoli, e a farci riflettere sull'oggi.
In risposta ad un precedente commento
siti
22 Gennaio, 2015
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Me lo auguro, Anna Maria, anche perché spesso opere così lontane, storicamente, dalla nostra epoca possono far incappare in errate interpretazioni.
In risposta ad un precedente commento
siti
22 Gennaio, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Ciao Emilio, mi sono limitata a riportare quello che, a mio avviso, è fra i vari messaggi importanti dell'opera quello che ha colpito maggiormente la mia sensibilità. Comunque al prossimo Shakespeare ti rubo l'idea per il titolo della recensione: " In poche parole", è proprio vero quello che dici circa la sinteticità del linguaggio e l'universalità del messaggio.
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