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Sospetti
Ho sospettato di tutto e di tutti, me compresa. Non vorrai mica credere ad una storia di fantasmi? Ridicolo, sono portata ad apprezzare altro, sicuramente non questo genere.
E invece...arrovellata, persa, sbattuta, presa in giro e infine affascinata da questo gioiellino. La mente ha vagato spinta dal sospetto che si è insinuato.
Uno zio poco amabile affida, noncurante, i nipoti orfani all’ennesima istitutrice: perfetto! È affascinante, misterioso e assente: perfetto!
Una presenza fissa, vecchia governante, ingenua e sempliciotta ma detentrice di tanti segreti e portatrice di tante allusioni: perfetta! È il classico elemento deviante: perfetto!
Presenze misteriose, già date per morte, si materializzano apparendo con la loro influenza passata e presente: non possono essere semplici fantasmi! Ci lavoro su parecchio, con la fantasia.
Un’istitutrice giovane e apparentemente sprovveduta che, in un crescendo entusiasmante, pur non essendo finemente caratterizzata, parla in prima persona di sé, del suo lavoro, della sua esperienza in un manoscritto che viene presentato in un’ammaliante cornice iniziale. Si trasforma, la ragazza di campagna, man mano diventa da abile osservatrice padrona di tutta la scena: i miei sospetti ora cadono su di lei. Giro pagina e un episodio mi fa cambiare nuovamente idea, un incontro, un’apparizione, una sparizione, un non detto, un già sentito...turbine: giro come una trottola.
Abile James.
E poi loro, i due bambini, un maschio e una femmina. Vivono in una casa di campagna, il loro destino è quello dell’abbandono o della perdita; hanno perso i genitori, chi si occupava di loro prima, Miles, il maschietto, anche il contatto con l’esterno. La scuola che frequenta lo rispedisce al mittente: nessuna spiegazione...perfetto! Volgi lo sguardo anche lì. I bambini sono rappresentati angelici, ineccepibili, solidali, fuorvianti, subdoli: vittime o carnefici? Il dubbio lavora peggio di un tarlo.
E la prosa? Mi ingarbuglia, mi rimanda al detto, al pensato, al sospettato, al già so ma lo saprai dopo, anche tu. Mai chiara, sempre allusiva, sempre misteriosa, sempre da dipanare.
Un piacevole tormento.
Insomma un racconto scritto ad uso e consumo immediato, pubblicato a puntate e fonte di facile guadagno ma che arriva, consapevole l’autore, alle alte vette del genere, volutamente.
Interpretato in vari modi, ne consiglio semplicemente il godimento.
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Commenti
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mi sono sempre chiesta che tipo di romanzo fosse, ora ne ho un'idea più precisa. grazie Laura
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Ritengo H. James uno dei grandi della letteratura.