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Elinor e Marianne
Jane Austen racconta le vicissitudini sentimentali delle giovani sorelle Dashwood: Elinor di 19 anni e Marianne di quasi 17, due personaggi dal carattere completamente diverso. La maggiore è molto riservata e ragionevole, la minore è molto istintiva e fragile, incapace di nascondere, nel bene e nel male, le sue emozioni e i suoi sentimenti. Entrambe dovranno affrontare delle delusioni amorose, dalle quali emergeranno le loro diverse caratteristiche.
Inutile il confronto con orgoglio e pregiudizio, col quale è vero ci sono delle somiglianze, ma quest'opera è la prima scritta dalla Auten e già si nota il suo stile ironico col quale descrive i personaggi del suo tempo, che ragionavano più in termini monetari e di eredità che di cuore, nelle questioni matrimoniali o interpersonali. Le rendite e la posizione sociale determinavano chi si poteva frequentare e chi si poteva sposare e i genitori potevano ancora interferire negando il loro consenso se giudicavano il matrimonio poco conveniente. Questa è la linea conduttrice di tutti i libri della Austen, e le sue eroine si sposano sempre per amore, mai per soldi, come in questo libro.
Lettura piacevole, anche se mi sarebbe piaciuto vedere più approfondito il carattere della terza sorella, Margaret, della quale si dice poco e nulla è sembra un personaggio fantasma, preso in poca considerazione perché troppo giovane per pensare a fidanzarsi.
Ho trovato inoltre odioso il personaggio di Lucy Steel, della quale si parla fin troppo, a volte anche con dettagli poco utili al fine della narrazione. Un libro assolutamente da leggere e che non può mancare nella propria biblioteca,
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