Dettagli Recensione
Cedere alle tentazioni
"Il ritratto di Dorian Gray" è l'opera più famosa di Oscar Wilde.
Scrittore, saggista, giornalista, drammaturgo nonché poeta, questo estroso autore irlandese si configura come uno dei più famigerati della letteratura ottocentesca.
Il romanzo celebra il culto della bellezza, l'ideale dell'esistenza vissuta come se fosse un'opera d'arte, e rappresenta fedelmente le convinzioni di Wilde, fervente portavoce di ideologie decadentiste, anti-conformiste ed anti-vittoriane.
Il protagonista del testo, ambientato nella Londra del XIX secolo, è Dorian Gray, giovane aristocratico di straordinaria bellezza.
La narrazione inizia con Basil Hallward, pittore affascinato dalla fisicità di Dorian, intento ad ultimare il ritratto del giovane.
Ben presto entra in scena Lord Henry Wotton, personaggio indubbiamente carismatico ed affascinante.
A Lord Henry basta poco per catturare l'attenzione del protagonista. La sua visione cinica ed edonista della vita, gli aforismi pungenti e provocatori, conquistano Dorian, che ben presto si mostra incline al trascorrere una gioventù vissuta all'insegna della ricerca smodata del piacere, qualunque esso sia.
Una tendenza che lo porta a desiderare di restare eternamente giovane, proprio come nella rappresentazione del ritratto di Basil. Ed è così che Dorian stringe una sorta di patto con il demonio.
Il suo corpo non subirà mutamenti nonostante il trascorrere del tempo, mentre il ritratto mostrerà i segni della decadenza fisica, psicologica e morale del personaggio.
Parte consistente del fascino del romanzo è rappresentata dagli ammalianti e numerosi aforismi di Lord Henry, ancora oggi ampiamente citati nei contesti più vari.
L'importanza che Henry ricopre nella trama, la sua influenza sul protagonista, hanno portato molti critici letterari a considerarlo come il vero e proprio ago della bilancia della vicenda. Tanto che spesso si pensa che egli rappresenti, in forma letteraria, ciò che Oscar Wilde sia stato nella vita reale.
A tal proposito è curiosa un’affermazione dell’autore, citata nella splendida introduzione, il quale affermò che tutti pensavano che fosse come Lord Henry, mentre in realtà avrebbe voluto vivere come Dorian (in altri tempi, specifica), anche se il personaggio al quale probabilmente si avvicinava di più era Basil.
“Il ritratto di Dorian Gray” è un testo leggendario, simbolo di un autore istrionico, discusso e capace di far notizia per tutto. Opere, pensieri, condotta di vita, relazioni, abbigliamento. Non stupisce, in tal senso, la prigionia che dovette sopportare nella benpensante e moralista società vittoriana.
“Non esistono libri morali o immorali, come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene, o scritti male. Questo è tutto”.
“Io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie. Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l'azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi da una tentazione è di abbandonarsi ad essa. Resistete, e vedrete la vostra anima intristire nel desiderio di ciò che s'è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell'umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell'umanità”.
“La ricerca della bellezza è l’unico vero scopo della vita”.
“La personalità, non i princìpi ideali, dominano le epoche”.