Dettagli Recensione
Cambiamenti
Mentre mi apprestavo a leggere questo racconto già sapevo a cosa andavo incontro, avendo visto milioni di volte l’adattamento cinematografico disneyano e avendolo amato profondamente. Non potevo fare a meno di associare Scrooge a Paperone, Cratchit a Topolino, Fred a Paperino, Jacob Marley a Pippo e così via. Ora che ne ho completato la lettura, non posso fare a meno di porgere il mio plauso all’autore di questo piccolo capolavoro in cui il Natale è solo un pretesto per porre l’accento su qualcosa di più profondo.
Ebenezer Scrooge è l’emblema del cambiamento. Il cambiamento che travolge la nostra anima in seguito alle batoste che la vita ci dà, rendendoci più egoisti e meno aperti al prossimo, che identifichiamo erroneamente e nella sua interezza la fonte d’ogni male. Scrooge è al culmine del suo cambiamento negativo, è ormai un avaro, egoista e impietoso vecchio, che nella festa in cui tutti si aprono al prossimo, seppur per un solo breve giorno, è capace di diventare ancor più intrattabile di quanto non sia già. Egli non è consapevole del danno che sta recando a sé stesso, provando a salvaguardarsi dagli altri sta soltanto provocando la sua stessa distruzione, firmando la propria condanna a una morte solitaria e triste. Per quanto possiamo fidarci soltanto di noi stessi, abbiamo bisogno degli altri e del loro caldo abbraccio, una vita solitaria di quale giovamento può mai essere per la nostra anima? Per quanto molte delle persone che ci circondano possano essere superficiali o cattive, bisogna rendersi conto che ognuno compie degli errori e imparare a sorvolare. Anche noi sbagliamo, anche se spesso è difficile ammetterlo. A Scrooge serviranno ben Tre Spiriti per capirlo, ma noi non abbiamo queste entità misericordiose ad aprirci gli occhi e mostrarci le conseguenze dei nostri comportamenti e modi d’essere, abbiamo soltanto la nostra coscienza. Il cambiamento che avrà infine Scrooge perciò, non potrà che partire dalla nostra stessa anima. Chi vuole fare l’inclemente fine di Scrooge l’avaro? Credo proprio nessuno. Scusate, ora vado a guardare il Canto di Natale di Topolino.
“Come, zio, Natale una sciocchezza! Voi non lo pensate di certo!”
“Altro se lo penso! Un Natale allegro! Ma che motivo hai tu di stare allegro? Che diritto? Sei povero abbastanza, mi pare.”
“Via via, che diritto avete voi d’essere triste? Che ragione avete di essere uggioso? Siete ricco abbastanza, mi pare.”
Indicazioni utili
Charles Dickens.
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