Dettagli Recensione
Un gioco di avventure.
Per capire questo romanzo bisogna soffermarsi sul titolo. "Le Avventure di Huckleberry Finn" parla di un ragazzo chiamato Huckleberry Finn, nome poetico ed evocativo, non c'è che dire, che ha delle avventure. abbastanza chiaro. eppure è tutto racchiuso in queste poche parole, anzi in una sola, "Avventure". Perchè questo termine rimanda al mondo dei bambini, dove qualunque esperienza diventa un'avventura. l'immaginazione e il coraggio portano i bambini a compiere grandiose avventure, che li formano e li fanno crescere. Huck comincia proprio così. comincia con l'immaginazione, comincia con un gioco insieme alla sua banda di amici capitanata dall'irriverente Tom Sawyer, che di immaginazione e voglia di avventure ha fatto il fondamento della sua esistenza.
Tuttavia, il mondo immaginario non può nascondere la difficile realtà in cui Huck sta vivendo, dove l'orco delle storie che legge nei libri è il suo papà e dove la società non fa nulla per rendere le cose migliori, anzi lo soffoca e lo costringe a restare nella sua misera condizione. Huck è un ragazzino ma ha già capito che la sua vita non può essere relegata a quelle case e a quelle regole, lui vuole essere libero. Da qui partirà il gioco più grande, più entusiasmante e più bello della sua vita, quello che lo porterà a fuggire lungo il Mississippi.
Huck è fondamentalmente un ragazzo ingenuo, tenero e amichevole, tutto il contrario di Tom Sawyer, protagonista del libro precedente di Twain. Si dice che Tom rapprensenti il giovane Mark Twain mentre Huck sia ciò che Mark Twain voleva essere. Se questo è vero, capisco perchè per Mark fosse tanto importante far vivere a Huck la sua avventura. Grazia a lui ci viene mostrata un'America giovane e contraddittoria, una terra di libertà e opportunità che imprigiona gli indigenti e incarcera i neri, e ce lo mostra con gli occhi di un ingenuo tredicenne. Per tutto il viaggio, noi assistiamo al tormento interiore di Huck: è giusto liberare Jim?, un uomo nero può essere intelligente come uno bianco ed essere altrettanto umano?, posso ritenere Jim il mio migliore amico? ... è questo che Huck si chiede ed è grazie a questi pensieri che noi lo apprezziamo sempre di più, perchè pur essendo giovane ha già capito come andrà il mondo, come andrà l'America, vent'anni prima della guerra di secessione e cento anni prima di Martin Luther King. Non fraintendetemi, Huck non è antischiavista, è solo confuso, paragona la sua ricerca di libertà a quella di Jim.
Nel finale, un deus ex machina risolverà il gran casino in cui Huck e Jim si sono cacciati, come nel teatro greco. Huck torna ad essere un cittadino, non più un fuggiasco, eppure un'ultima frase ci fa intendere che lui sarà sempre un bambino che gioca alle "avventure".
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Commenti
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Ciao.
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Ho letto il libro tempo fa e mi ha lasciato piuttosto indifferente.