Dettagli Recensione
Poesia e musicalità
Non sapendo il russo non ho potuto aprezzare tutta la bellezza di questa meravigliosa opera. Tuttavia ho apprezzato molto il lavoro di Lo Gatto (che ho preferito a Giudici), consapevole comunque di star leggendo non P. ma una sua traduzione. L'Eugen Onegin è il romanzo in versi ("una differenza diabolica" disse lo stesso Puškin) antitradizionale e anticonvenzionale per eccellenza; P. ci presenta la norma, la tradizione letteraria per stroncarla subito dopo, rafforzandone così la violazione. In quest'opera noterete che la linea narrativa non segue la via che ci aspetteremmo (e che si aspettavano i lettori di allora) ma imbocca strade inaspettate, sorprendendoci continuamente. I personaggi appaiono così reali perché contraddittori come la gente, la natura umana; e con quale semplicità e maestria P. entra nei suoi personaggi mostrandocene i sentimenti! l'iniziale ebbrezza giovanile, il tedio e l'inquietudine di Eugenio, la malinconia, l'amore, la purezza, la rassegnazione di Tatiana...
Consiglio l'opera per l'atmosfera magica che P. sa creare, la musicalità (che pur si perderà con la traduzione ma Lo Gatto ricrea in qualche modo) e la poesia che ho percepito durante la lettura, che, spero, possano percepire molti altri lettori.
"Qualunque cosa in questi versi miei negligenti tu abbia ricercato: inquieti ricordi del passato, un po' di tregua nelle tue fatiche, arguti motti, quadri vivi, amiche figure, oppur grammaticali sviste, voglia il cielo che in questo libriccino abbia trovato almeno un granellino, per discutere, sì, nelle riviste, ma insieme per svagarti, amico mio, e per commuoverti... E con questo, addio!"
PS Mi sono innamorata di Puškin e mi consolo pensando che con tutte le donne che ha amato, chissà, avrebbe potuto amare anche me. Di certo io non gli avrei dato motivo di farsi uccidere in duello.
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Amo molto la letteratura russa, ma non ho letto quest'opera perché mi spaventava l'idea della scrittura in versi. Il tuo testo mi ha aperto uno spiraglio.