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Il numero trentaquattro
Marsiglia, un giovane ed onesto marinaio si appresta a coronare il suo sogno d'amore, il banchetto della festa di fidanzamento accoglie gente allegra e note a festa. Edmondo Dantès e' amato dai suoi uomini, sara' forse il piu' giovane capitano al comando del Faraone.
Invidia, cupidigia, ambizione.
Non e' giustizia di Dio , e' odio di uomini.
Cala il bisbiglio a soffocare la musica, le manette stringono i polsi, zittito dal freddo metallo della baionetta Edmondo si accascia su una piccola barca. Nell'oscurita' i remi affondano tra lo sciabordio ovattato delle acque, i gendarmi non rispondono alle domande del disgraziato che avvicinandosi a terra distingue la nera roccia del Castello d'If.
I passi delle sentinelle lo seguono fino alle segrete del castello, per poi abbandonarlo nelle tenebre di muri gelidi e umidi, nel silenzio, nella solitudine, nella fame e nella malattia per quattordici infiniti anni. Per tutta la giovinezza del detenuto numero Trentaquattro.
La pietra, le maree, la misera e riconoscente umanita' cenciosa di questa prigione scorteranno un uomo nuovo verso il piu' impetuoso anelito di giustizia, quella compiuta dal Conte di Montecristo: " l'uomo propone e Dio dispone".
Ambientato all'inizio dell'Ottocento, il romanzo di Dumas si snoda prevalentemente tra l'Italia e la Francia, in uno scritto in cui la bellezza dei luoghi rimanda al contemporaneo Hugo e la passione del dramma trafigge al pari del memorabile Shakespeare. Sebbene l'opera sia massiccia, la scrittura lievemente ampollosa si rivela di una scorrevolezza amabile, lo stile valorizza l'opera come la piu' astuta delle coreografie d'epoca.
Trama ricchissima e avvincente, l'idea di Dumas di dare vita all'esaltazione della vendetta si articola in un piano certosino, di rara tattica e bellezza. Del resto puo' forse la fulminea lama di una ghigliottina ridare giustizia a colui che per quattordici anni fu illegittimamente sepolto vivo?
Benche' non sia affatto impresa facile, Il Conte di Montecristo ha tutti gli attributi che gli permettono di accedere al leggio d'oro, lassù nell'Olimpo dei libri piu' belli che io abbia letto.
Profondo, misterioso, affascinante, intelligente. Per questo mi chiamo Vendetta.
Buona lettura.
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commento sentitissimo
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Come far rivivere l'emozione di una lettura, anche per me, fra le più belle.
Laura