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Cento anni avanti
Un genio. Non riesco a trovare un altro termine per descrivere Sir Arthur Conan Doyle.
La lettura accurata del primo romanzo che vede come protagonista il celeberrimo Sherlock Holmes mi ha fatto comprendere quanto Conan Doyle sia riuscito a creare qualcosa di assolutamente nuovo in campo letterario e di quanto sia stato precursore di un certo modo di concepire i personaggi protagonisti di un racconto.
Holmes è un personaggio incredibile, stravagante, arrogante, talentuoso, quasi ottuso nell'approfondire i suoi interessi: impossibile non innamorarsi di questo straordinario essere. E precisiamo che Conan Doyle ha scritto questo romanzo nel 1890!!! La freschezza della scrittura, la dinamicità dei personaggi e l'incessante incalzare della storia rendono questo romanzo imprescindibile.
Anche la struttura stessa del racconto è unica ed innovativa per i suoi tempi: il volume è spaccato in due parti, la prima racconta la vicenda presentandoci Watson, Holmes e tutti i personaggi di contorno che si trovano di fronte ad un omicidio attorno al quale fioriscono i misteri. Certo non per Sherlock Holmes...
Stop. Seconda parte del romanzo. Ci troviamo nell'America del Nord di cento anni prima, ci viene narrata una vicenda che fatichiamo a collegare con quello che abbiamo letto finora, ma con lo scorrere delle pagine tutto torna ed il passato mostra il suo gravoso fardello.
Una vera riscoperta, un libro "seminale" di quasi 130 anni fa che si fa leggere nel modo più avvincente possibile, dimostrando di essere un capolavoro del suo genere.