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Miserie nella Russia zarista
Nicolaj Gogol si può considerare il padre della letteratura russa che ebbe il suo apice nell’800; il romanzo “Le anime morte” è uno dei suoi capolavori.
Nella Russia zarista della prima metà dell’800, quando ancora vigeva la figura giuridica del servo della gleba, i contadini ridotti in schiavitù erano censiti da coloro da cui dipendevano; le anime morte erano, quindi, quei contadini deceduti tra un censimento e l’altro per i quali il proprietario (sic) continuava a pagare alle casse della burocrazia zarista una tassa governativa fino al censimento successivo.
Protagonista della vicenda narrata è un certo Pavel Cicikov il cui obiettivo è viaggiare attraverso tutta la Russia e comperare per pochi rubli, appunto, queste anime morte; l’azione è truffaldina perché da una parte sgrava l’ex proprietario dal pagamento della tassa dovuta e dall’altra vi è l’intento di ottenere l’assegnazione di terre in relazione al numero di servitori fittizi che risultano di sua proprietà; in tale maniera, e con il passare del tempo, riesce ad arricchirsi. Ma gli accadimenti successivi mettono in luce la fraudolenta questione e il protagonista, per evitare il carcere, è costretto a fuggire.
Il fine del romanzo è evidenziare gli aspetti grotteschi e patetici dell’enorme apparato burocratico zarista il cui potere organizzativo e di controllo lascia molto a desiderare a causa dell’inadeguatezza, mediocrità e pigrizia dei suoi funzionari e degli impiegati; i personaggi descritti abbracciano una nutrita varietà di caratteristiche dell’animo umano; un coacervo di atteggiamenti e situazioni che offrono uno spaccato reale della vita di quel periodo.
Originariamente Gogol era intenzionato a scrivere un’opera suddivisa in tre parti sulla falsa riga del poema dantesco; ma a pochi giorni dalla sua morte il romanziere, forse in preda a una crisi mistica, distrusse gran parte del suo manoscritto e di conseguenza il romanzo compiuto è inerente alla prima parte in cui viene, appunto, descritta la condizione morale e umana di un immenso impero in decadimento.
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Commenti
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Grazie per il commento.
Ferruccio
Gogol mi manca :-)
Ciao.
Ferruccio
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Anche a me il libro è piaciuto molto. Trovo che la grande letteratura russa ha un fascino particolare e la capacità di rappresentare sia gli aspetti sociali, sia la complessità dell'animo umano a livelli di eccellenza.