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Storia di Ochikubo
 
Storia di Ochikubo 2014-10-01 08:01:13 C.U.B.
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    01 Ottobre, 2014
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La vendetta si serve su un piatto di riso

Scritto probabilmente tra il 986 ed il 996 , di autore sconosciuto anche se si e' certi fosse un uomo per la terminologia influenzata dal cinese il cui studio era vietato alle donne, questo interessante testo classico giapponese e' giunto a noi per mezzo dell'opera amanuense. La copia manoscritta piu' antica e' custodita in una biblioteca privata e collocabile tra il 1392 ed il 1573.

A meta' strada nell'evoluzione del monogatari in periodo Heian, l'opera si lascia alle spalle i contenuti di mera fantasia per addentrarsi in contesti piu' realistici, anche se non ancora del tutto privi di invenzione. Tralascio il parallelismo con Cenerentola, che sebbene racchiuda alcune affinita'  a me sembra fuori tema, il libro non e' certo strutturato come una favola per bambini. In esso si narra la storia di Ochikubo ( termine che  indica uno sgabuzzino infossato dedicato alla servitu') , figlia di una principessa imperiale defunta anzitempo e vittima delle angherie della matrigna. Il nefasto nome e' una caratteristica importante del periodo storico, dove le donne venivano chiamate con un soprannome e non con il nome proprio. 
Lo stile di scrittura di questi testi e' molto omogeneo a prescindere dall'autore, eppure talmente lontano da qualsiasi altra forma letteraria io abbia mai letto, che e' sempre difficile darne un giudizio. Diciamo che e' abbastanza lineare e piatto, non esteticamente virtuoso, spesso inframezzato da versi che erano un importante mezzo di comunicazione e di distinzione, a quei tempi vergati su carta piu' o meno pregiata e spesso accompagnati da rametti di fiori. Quantifico il voto in maniera acritica, in base al mio gusto perche' questa scrittura mi piace, il suo essere così unica ed esclusiva mi riporta a quei manoscritti su pergamena intoccabili, preziosi, inavvicinabili .
Al di la' quindi della penna e della trama, con tutte le lacune e le perplessita' che puo' contenere un testo tanto antico ed ameno seppur di facile approccio, la bellezza della Storia di Ochikubo sta soprattutto nel suo potere di inserirci alla corte imperiale. Attraverso queste pagine osserviamo un mondo prestigioso ed effimero, estremamente rigido ed elitario dove il rango dettava ogni dettaglio dello stile di vita. 
Le note di supporto aggiungono leggenda alla leggenda e approfondimenti alla realta' , non c'e' miglior modo di avvicinarci a quel paesaggio se non accompagnati da un cortigiano tra mille frivolezze, pettegolezzi, sete pregiate, bauli laccati, specchi intarsiati e pettini antichi, dame di corte, vizi e virtu', diritti e doveri, rituali religiosi e sociali.
Poi c'e' la vendetta, che  servita su un piatto di riso lascia ancora piu' leggeri.
Buona lettura.

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Commenti

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C.U.B. , ho trovato molto bella la tua recensione. Evidentemente il tuo interesse per la letteratura giapponese
ti porta a scoprire libri poco conosciuti che meritano di essere letti: forse è il modo migliore per conoscere una cultura così diversa dalla nostra.
che meraviglia!
quando torni su una di queste opere sprizzi passione da tutti i pori ....
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
02 Ottobre, 2014
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Esatto Emilio, proprio quello e' il punto ! Credo sia un genere molto affascinante (ma solo a chi piace :-)
Grazie Silvia, ho un debole per questa narrativa in questo momento.
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